Dal lavoro e dalla collaborazione collettiva di organizzazioni della società civile e delle Amministrazioni pubbliche impegnate nell'attuazione del terzo Action plan italiano per l'open government, è nato un Manifesto, declinato in sei ambiti. Nella newsletter della scorsa settimana abbiamo parlato di "Parole O...stili" e del Manifesto per un uso consapevole della Rete. In questo numero di "Comunicatori&Comunicazione" proponiamo il decalogo dedicato al contesto in cui operiamo: la Pubblica Amministrazione.
Il decalogo è pensato per la gestione dei rapporti tra cittadini e Pubbliche Amministrazioni, uno strumento per aiutare concretamente a definire poche e semplici regole che consentano di instaurare un dialogo "non ostile", primo vero presupposto per la partecipazione civica.
Il Manifesto per la comunicazione non ostile per le Pubbliche Amministrazioni
Virtuale è reale
Non c'è buona amministrazione se non c'è buona comunicazione. Investo le mie migliori energie perché la mia comunicazione online e offline sia semplice, accessibile, comprensibile, trasparente, cortese. So che quanto scrivo in rete ha conseguenze reali.
Si è ciò che si comunica
So che l'azione amministrativa risulta tanto più efficace quanto più efficacemente la comunico: i cittadini hanno diritto di accedere con semplicità e fiducia a dati, documenti, informazioni e servizi, di essere coinvolti nelle scelte, di capire e verificare il mio operato.
Le parole danno forma al pensiero
Evito le forme astruse. Il burocratese vessatorio. I termini inglesi fuorvianti. So che capire è un diritto di ogni cittadino. Se la mia espressione è oscura, questo significa che anche il mio pensiero e la mia azione non sono chiari e trasparenti a sufficienza. Incoraggio un dialogo.
Prima di parlare bisogna ascoltare
Ascolto le opinioni e i suggerimenti dei cittadini. Scelgo la collaborazione e attivo canali che favoriscano un dialogo costruttivo e civile. Se un dubbio e un quesito viene espresso, rispondo con tempestività. Se un disagio viene manifestato, mi interrogo su cause e rimedi.
Le parole sono un ponte
Scelgo parole e strumenti adatti a dialogare con tutti i cittadini, compresi anziani, stranieri, persone poco scolarizzate. Verifico che quanto dico o scrivo venga capito dai cittadini. È mia responsabilità farmi capire, favorendo una comunicazione positiva e propositiva.
Le parole hanno conseguenze
Sono consapevole del fatto che ogni mio messaggio, ogni mia azione hanno conseguenze concrete e rilevanti per la quotidianità dei cittadini. Sono accessibile, informo, semplifico, rendo chiari gli adempimenti e le procedure.
Condividere è una responsabilità
Quanto condivido in rete influisce sulla percezione del mio operato. Aggiorno informazioni e dati. Li rendo reperibili, se possibile in formato aperto. Non diffondo messaggi fuorvianti o poco trasparenti. Informo i cittadini sui loro diritti: conoscenza, privacy e sicurezza.
Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Il rispetto reciproco è il fondamento della convivenza civile e migliora la collaborazione e la partecipazione. Faccio sì che ogni mia comunicazione sia rispettosa nella forma e nella sostanza, e promuovo presso la collettività una cultura del rispetto.
Gli insulti sono umilianti, sia per chi li riceve, sia per chi li fa, sia per chi ne è spettatore. Invito chi insulta a esprimere altrimenti la propria opinione. Non tollero insulti, nemmeno quando vanno a mio favore. Diffondo una netiquette per il buon uso dei miei canali on line.
Anche il silenzio comunica
So che l'attenzione e il tempo dei cittadini sono preziosi e valorizzo la brevità. Comunico solo per motivi funzionali: per promuovere consapevolezza e partecipazione e mai per ragioni propagandistiche. La mia comunicazione è sempre utile, necessaria e pertinente.