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IA e dintorni: cosa ne pensano gli italiani

Una ricerca SWG rileva che il 64% degli italiani si dichiara pronto al cambiamento introdotto dalle tecnologie abilitanti (AI, Metaverso, Blockchain…). I più impreparati sono gli over 55 e le persone con bassa scolarizzazione.  

Lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, secondo la ricerca, è giudicato positivamente dal 57% degli italiani, solo l'11% degli intervistati giudica l'AI molto pericolosa e assolutamente da evitare. Il 70% farebbe gestire all'AI la temperatura di casa e gli elettrodomestici; il 69% scadenze, appuntamenti e videosorveglianza della propria abitazione; il 62% farebbe monitorare all'AI il proprio stato di salute; il 56% la utilizzerebbe nel proprio lavoro; il 48% per l'assistenza agli anziani; il 42% per la gestione degli animali domestici e al 25% per conoscere nuove persone. 

I fattori deterrenti rispetto all'utilizzo di sistemi dell'Intelligenza Artificiale sono: il timore di delegare a una macchina la responsabilità delle proprie scelte; inaffidabilità delle informazioni e la perdita di controllo della privacy; il timore di essere rimpiazzati nelle proprie competenze; non possedere competenze digitali a sufficienza.

Per quanto riguarda il metaverso,  per il 51% degli intervistati rappresenta il futuro mentre per il 30%  è un concetto esagerato che non si realizzerà. Ma l'interesse a trasferire alcune attività nel metaverso sale al 57% per recarsi presso sportelli e/o uffici pubblico virtuali e per incontri di formazione; il 49% vorrebbe accedere a spazi virtuali per il benessere/salute mentale; il 43% lavorare in una stanza virtuale, interagendo in tempo reale con i colleghi attraverso avatar; il 42% fare esperienze nel tempo libero come concerti, musei e tour; il 32% conoscere e incontrare nuove persone in forma virtuale; il 28% praticare sport all'interno di una realtà aumentata.

Rispetto all'utilizzo di dispositivi per il metaverso, fra i fattori di deterrenza risultano la sensazione di isolamento sociale, il rischio di sviluppare una dipendenza; la perdita di privacy; la scarsa qualità dei contenuti virtuali; i limiti legati alle condizioni visive; il timore di affrontare un'esperienza del tutto inesplorata.

 www.swfg.it