Con Eugenio Iorio, docente universitario, hacker mediattivista e presidente del Comitato Scientifico del Centro Studi Democrazie Digitali, il dibattito entra subito nel vivo: se le potenzialità dell'uomo aumentano, grazie alla sua capacità di trasformare la realtà analogica in massa di dati digitali, come si può impedire lo sfruttamento illegale di informazioni e infrastrutture nelle nuove città intelligenti? Sicurezza e Smart Cities sono un binomio inscindibile.
Le contraddizioni fra le potenzialità offerte dalla tecnologia e il reale uso che ne viene fattto in alcune Pubbliche Amministrazioni emergono nell'intervento di Carlo Bianchessi, dirigente dell'Agenzia Regionale Istruzione, Formazione e Lavoro presso la Regione Lombardia. Attraverso una serie di esempi Bianchessi evidenzia come in assenza delle giuste competenze, le scelte di sicurezza impediscono de facto di lavorare, fino a minare la sicurezza stessa del sistema e la privacy dei cittadini.
Diego Giorio, responsabile Servizi demografici del Comune di Villanova Canavese, porta la discussione su opportunità e pericoli dei Big Data di Stato evidenziando i vantaggi per i cittadini, come la disponibilità dei dati in caso di trasferimento; i vantaggi per lo Stato, dalla maggiore efficienza alla lotta all'evasione; i rischi per la privacy, fra cui la completa profillazione della persona ed il pericolo di superare i principi di necessità e proporzionalità.
La tavola rotonda si chiude con la best practice della Smart Data Platform illustrata da Paolo Arvati, specialista di tecnologie e integrazione di dati e servizi presso la Direzione Integrazione del CSI Piemonte. L'economista Dati Piemonte esiste già: un cloud per gestire in sicurezza i dati della P.A., dei cittadini e delle imprese su territorio locale che non usa servizi americani e asiatici. Perché Big Data significa investire e credere in una piattaforma comune.
Piero Zilio