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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

I “saggi” di Napolitano e la comunicazione

“Specifiche azioni di monitoraggio e di comunicazione pubblica”: la relazione messa a punto dal “Gruppo di lavoro in materia economico-sociale ed europea”, istituito il 30 marzo scorso dal Presidente della Repubblica, non lascia spazio a dubbi sul ruolo strategico della comunicazione pubblica.

In particolare, facendo l'esempio del progetto “Processo civile telematico nel Mezzogiorno”, i “saggi” nominati da Giorgio Napolitano dicono che ha “il fine di rendere visibili in progress gli obiettivi raggiunti nei diversi uffici giudiziari coinvolti nel progetto”.
Interessanti anche le conclusioni dell'altro gruppo di lavoro, che si è occupato delle riforme istituzionali. Nella parte relativa al “Principio di legalità”, evidenzia: “A causa dell'eccesso di produzione normativa, della complessità dei fenomeni sociali e della qualità non sempre adeguata dei testi legislativi, più spesso destinati alla comunicazione politica di quanto non lo siano alla disciplina dei rapporti giuridici, la legge ha in parte smarrito la sua potenza simbolica e la capacità di regolare efficacemente i comportamenti dei cittadini”. E, dove si parla del funzionamento delle Camere, si fa riferimento ancora alla comunicazione dei lavori delle Commissioni, “avvalendosi delle nuove tecnologie”. Nell'ambito dei poteri e delle funzioni delle Regioni, i “saggi” indicano inoltre che sia nella “competenza esclusiva dello Stato” “l'ordinamento della comunicazione”.
Un capitolo è infine dedicato al rapporto tra magistrato e media, che non dovrebbe mai essere personalistico.

Claudio Trementozzi