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Free e open source software: nelle PA dell'Emilia-Romagna ben più di una moda

Si chiama "Emila-Romagna Open Source Survey" (EROSS), è giunta alla sua seconda edizione, ed è una indagine promossa dalla Regione Emilia-Romagna, nell'ambito del Piano Telematico 2007-2009, per verificare i livelli di adozione e utilizzo dei software free, libre e open source negli enti locali del territorio regionale. All'indagine 2008 hanno partecipato 269 Comuni del territorio regionale, il 78,89% del totale. Lo studio si è soffermato sulle tipologie di software client/desktop e su quelle server. Durante la realizzazione, su impulso degli stessi enti locali, è stato anche costituito un gruppo di lavoro degli utilizzatori della suite "Openoffice.org", installata in 6.500 postazioni del territorio. Il gruppo di lavoro, coordinato dallo staff di progetto EROSS, è composto da rappresentanti dei Comuni, delle Province e della Regione, nonché aperto a future adesioni, e nasce per condividere esperienze e competenze e realizzare, linee guida di utilizzo del pacchetto.

Tornando all'indagine, dai risultati emerge che il 63% dei Comuni dell’Emilia-Romagna dichiara di usare software free, libre o open, un dato decisamente superiore alla media nazionale, pari al 34,4%, che sale addirittura al 77% se si considera l'ulteriore 14% di Comuni che risulta disporre di simili soluzioni, pur non avendolo dichiarato nell'indagine. Oltre un Comune su 10, inoltre, ha adottato un atto di indirizzo strategico o amministrativo in materia: in diverse realtà, la tematica del FLOSS va quindi ben oltre i confini dei settori informativi, ed è oggetto specifico di riflessioni trasversali all'ente.

Lo studio evidenzia anche che l'open source è maggiormente diffuso presso i Comuni molto piccoli, sotto i 3.000 abitanti, e in quelli di dimensioni maggiori, sopra i 15.000. Nel 40% dei casi però, si è ancora a livelli di utilizzo moderati, con un valore tra lo 0 e il 20%, soglia che viene superata nel 31,2% dei casi. Passando alle diverse tipologie di programmi, invece, se l'uso del sistema operativo Linux è ancora marginale, molto più diffuso è l'utilizzo di browser e pacchetti di produttività personale free o open. "In generale - si legge però nell'indagine - nonostante gli evidenti distinguo, le postazioni client/desktop degli operatori della PA sono ancora dominate da sistemi software proprietari". Lato server, al contrario, il FLOSS emerge come "un prodotto maturo e molto diffuso", e in molti casi è utilizzato addirittura in modo esclusivo. Infine, la sensibilità sulla tematica appare molto alta: la grande maggioranza degli operator interpellati si dice convinta che i propri enti debbano investire lato FLOSS, specie con iniziative formative ad hoc.

A fronte di un simile stato dell'arte, e confrontando l'analisi con la sua precedente edizione, targata 2006, i curatori individuano una "relazione positiva tra il livello di interattività dei servizi on line e l'adozione di FLOSS da parte dei Comuni emiliano-romagnoli". L'analisi conferma anche a livello empirico che la presenza di operatori pubblici competenti in materia e dotati di potere decisionale è l'unico fattore realmente determinate per spingere i Comuni all'uso dei FLOSS. Per quanto riguarda i dati sulla diffusione e l'utilizzo, la constatazione espressa è che “per la Pubblica Amministrazione emiliano-romagnola il FLOSS non è qualcosa di passeggero, di moda, ma al contrario una modalità di sviluppo ed acquisizione del software in evoluzione ed espansione".

L'indagine 2008 non si è limitata all'universo dei Comuni emiliano-romagnoli. Un'ulteriore analisi è stata condotta sui 72 progetti contemplati nel Programma Operativo 2008 del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna, la politica di programmazione triennale in materia di società dell'informazione e innovazione digitale, promossa dalla Regione e dagli enti del territorio regionale. Anche in questo caso, la partecipazione all'indagine è stata molto elevata, con ben il 95% di risposte al questionario.

Le osservazioni evidenziano che, pur essendo diffuso e utilizzato nell'ambito di diversi progetti, il FLOSS è ancora oggi secondario rispetto al software di proprietà pubblica, che resta la prima scelta per la gran parte dei capi progetto. È comunque molto diffusa la convinzione che i programmi acquisiti e/o sviluppati durante la realizzazione dei progetti debbano essere riusabili presso altre realtà amministrative. Altrettanto radicata è l'idea che si debbano favorire azioni di supporto all'adozione del FLOSS nel settore pubblico.

L'indagine sottolinea infine l'importanza strategica degli standard e dei formati aperti, sia per ampliare l'offerta agli enti pubblici, sia per favorire lo sviluppo di un mercato territoriale di prodotti e servizi FLOSS. Il sistema della PA regionale è perciò invitato a "dotarsi di regole e prassi che non discriminino nessun software, sia esso FLOSS o proprietario", così come alla massima cooperazione per favorire quella tutela della pluralità informatica e del libero accesso alle informazioni, e quella esigenza di realizzare sistemi informativi interoperabili, che figurano anche tra gli obiettivi del Piano Telematico. Si sottolinea anche la necessità di organizzare iniziative di informazione e sensibilizzazione in materia nei territori, coinvolgendo sia i decisori sia gli operatori del sistema PA regionale. Infine, si individua proprio nelle cornici del Piano Telematico e della Community Network dell'Emilia-Romagna, il quadro operativo ideale per supportare gli enti locali nelle attività di diffusione, gestione e mantenimento di standard e formati aperti.


Regione Emilia-Romagna - Comunicazione del Piano Telematico 2007-2009