Le piattaforme on line devono fornire informazioni più dettagliate, utili a identificare coloro che fanno disinformazione e gli Stati implicati ma devono anche aumentare la cooperazione con i fact checkers e fornire agli utenti strumenti per individuare meglio dove si pratica disinformazione.
Questo in grande sintesi quel che ha detto la Commissione europea, che recentemente ha pubblicato le relazioni mensili di Google, Twitter e Facebook nel quadro del codice di buone pratiche sulla disinformazione in regime di autoregolamentazione, firmato dagli attori che rappresentano le piattaforme on line, il sistema della pubblicità e degli inserzionisti.
Pur se sono già stati fatti passi in avanti per la correttezza e trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica si deve meglio chiarire come l'eliminazione di bot e falsi profili abbia inciso e abbia ridotto la diffusione della disinformazione on line in Europa. Gli sforzi fatti hanno prodotto miglioramenti anche se il lavoro da fare è molto.
La Commissione ha poi invitato le piattaforme ad applicare le politiche di trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica nell'ambito delle prossime elezioni nazionali.