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L'osservatorio Netics, della società di ricerche Netsquare, ha analizzato i sistemi di digitalizzazione di 1.235 Comuni, straficati per dimensioni e collocazione geografica, ricostruendone la loro complessità architetturale e l'impatto di questa complessità in termini di total cost of ownership. La ricerca, iniziata nel 2013, si è conclusa a fine 2014 e ha coinvolto inizialmente una quantità più che doppia di Amministrazioni che si è ridotta a causa della impossibilità di reperimento delle informazioni ricercate. Il panel, viene precisato, non comprende i circa 60 Comuni italiani maggiori per dimensioni (popolazione superiore a 100.000 abitanti), in quanto questo segmento viene rilevato ogni due anni da Netics con una metodologia diversa.

I risultati principali di questo lungo lavoro sono riassumibili in "frammentazione", "disorganizzazione" e "costi fuori controllo". Nell'analisi delle informazioni reperite, con particolare riferimento al fenomeno della "doppia frammentazione" si rileva nei Comuni: la prima frammentazione risulta dalla presenza di 8.000 sistemi informativi che tutto fanno tranne parlarsi fra loro e col resto della P.A. alla quale si sovrappone una ulteriore frammentazione "interna", dovuta alla presenza di silos applicativi poco o affatto integrati persino quando essi condividono il medesimo produttore di software.

Sui costi, invece, nel segmento di Comuni fra i 3.000 e i 10.000 abitanti, a parità di parco software installato, di dimensione demografica e di collocazione geografica si possono riscontrare enormi differenze economiche per manutenzione e assistenza applicativa di 5,5 volte in più a parità di condizioni. Cioè il Comune "A" paga 5,5 volte in più il prezzo pagato dal Comune "B" per mantenere un parco applicativo sostanzialmente identico in un contesto organizzativo (espresso in quantità di postazioni di lavoro attive) altrettanto sostanzialmente identico.

Gli enti virtuosi sotto il profilo della spesa sono quelli che fanno capo a Unioni di Comuni o ad altre forme associate di gestione delle funzioni ICT, dove evidentemente "funzionano bene" gli effetti di maggior potere contrattuale nei confronti dei fornitori assicurati da maggiori volumi di domanda espressa.

Nelle osservazioni finali della ricerca il suggerimento, rivolto innanzitutto all'Agenzia per l'Italia Digitale, è di stabilire un meccanismo di certificazione obbligatoria per i fornitori di software applicativo, subordinando il rilascio della certificazione all'adozione di standard di interoperabilità e al rilascio dei dati in formato aperto. E anche di attivare un osservatorio prezzi capace di rilevare in tempo quasi reale le dinamiche del mercato IT per la P.A. locale.

www.agendadigitale.eu