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La digitalizzazione degli acquisti per i Comuni

È stata recentemente condotta un'indagine a cui hanno partecipato oltre 350 Comuni italiani di varia dimensione per fotografare la situazione delle Amministrazioni comunali alle prese con la digitalizzazione delle attività di e-procurement.

La ricerca, che ha voluto principalmente sondare il livello di formalizzazione dei processi di acquisto degli Enti, prerequisito per la potenziale introduzione di soluzioni informatiche, porta la firma di Osservatori egovernment e Agenda digitale del Politecnico di Milano, fa emergere le difficoltà dell'ambito.

La prima evidenza emersa dalla ricerca degli Osservatori è che i processi di acquisto negli Enti locali sono molto eterogenei e spesso poco strutturati. Dei Comuni che hanno risposto solo l'11% ha istituito un ufficio specifico per gestire tutti gli acquisti dell'Ente. Il 19% ha una ripartizione delle responsabilità tra gli acquisti di competenza dell'ufficio centrale e quelli che invece sono a carico dei singoli settori/servizi. Il 9% dichiara di avere un ufficio centrale deputato agli acquisti, ma non esiste la ripartizione rispetto a quello che devono o possono acquistare le altre unità organizzative dell'Amministrazione. Il 61% degli Enti dice di non avere un ufficio preposto e di lasciare che i singoli settori acquistino ciò di cui necessitano per la gestione di loro competenza.

I dati mostrano anche sono più del 67% le Amministrazioni che non eseguono l'analisi strutturata dei fabbisogni dell'Ente e che è solo il 3% dei Comuni ad effettuarla in maniera puntuale, per tutte le tipologie di beni e servizi acquistati.

Altri dati: circa un terzo (32%) dei Comuni campione acquista tramite piattaforme elettroniche oltre il 75% dei propri beni e servizi però, se da un lato (il 50%) viene riconosciuto un aumento della trasparenza nelle procedure di acquisto, dall'altro si lamentano grosse difficoltà nella selezione del fornitore adatto: il 53% degli Enti fatica a capire come selezionare un prodotto/servizio adeguato alle proprie esigenze e il 51% dichiara problematico fare prima una valutazione della qualità del prodotto/servizio offerto. E' detto nell'indagine che i motivi di questa difficoltà possono senz'altro essere imputati all'ampia gamma di prezzi per l'offerta di beni e servizi ICT a disposizione i quali, se non adeguatamente accompagnati da ulteriori informazioni, non aiuta l'Ente locale nell'individuazione di ciò che potrebbe essere utile.