Non ci hanno particolarmente sorpreso i dati resi noti dal Centro Studi Minori e Media di Firenze relativi ad una ricerca sul rapporto tra minori, mass media e cultura politica che ha coinvolto 1.505 studenti italiani tra i 14 e i 20 anni.
Più del 60 per cento ha dichiarato "di interessarsi poco o per niente di politica. Solo il 6 per cento dice che la politica lo attrae molto. Il 50 per cento di coloro che potevano votare ha dichiarato di interessarsi di politica e si è constatato che il 46,5 per cento degli intervistati ha dichiarato di non avere fiducia nella politica" (http://www.minorimedia.it/).
E per fortuna il questionario somministrato in 18 scuole di 12 province di 7 regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia) non è stato distribuito in questi giorni altrimenti quel 60 per cento si sarebbe alzato notevolmente.
E' vero che analizzando i dati c'è qualcosa di curioso nelle risposte, ad esempio il fatto che i giovani hanno evidenziato tra le fonti che ritengono più importanti "al primo posto c'è la famiglia, al secondo i media, al terzo gli amici, al quarto i libri, al quinto la scuola, al sesto le associazioni giovanili, al settimo la parrocchia".
C'è poi addirittura un 15 per cento degli intervistati che legge il giornale, il 61 per cento che guarda il telegiornale e il 12 per cento che segue i dibattiti in tv.
Certo alla fine ammettono che internet rimane pur sempre una risorsa, naturalmente cercando velocemente quello che serve attraverso un motore di ricerca.
Forse siamo un po' distratti ma non abbiamo visto commentare i politici sui dati di questa ricerca, non soltanto interessante, ma che fotografa un spaccato della nostra società che, come ci ripetevano a scuola, "rappresenta la classe dirigente del domani".
Invece, neppure i responsabili giovanili dei Partiti hanno voluto leggere questi dati in maniera critica e pensare a come cercare di coinvolgere i ragazzi delle superiori e delle università per renderli protagonisti del loro presente e del loro futuro facendo politica.
Ad esempio, se fossimo politici di professione, leggere che soltanto 2 studenti su 10 "credono che nei dibattiti in tv si affrontino problemi seri per il Paese, mentre il 42,4 per cento dichiara che bisognerebbe fare più attenzione ai programmi e meno alle esibizioni dei politici", ci fa intuire che il processo di spettacolarizzazione tipico della tv non appassiona i più giovani, anche se magari eccita militanti o persone ideologizzate di mezza o di grande età.
E perchè non soffermarsi su quanto i nostri giovani dicono del rapporto tra donne e politica: per una ragazza su 4 "l'attenzione riservata alle donne che fanno politica è solo di facciata". Per un ragazzo su cinque "nella politica si tende a sottolineare soprattutto l'aspetto fisico delle donne". Ed in questo l'effetto Carfagna ha avuto elementi di trascinamento anche tra gli adolescenti o i ragazzi che voteranno per la prima volte nelle prossime europee o amministrative.
E ritorna l'idea di Zygmunt Bauman della Modernità Liquida : "Nulla è durevole e tutto deve cambiare; i modelli sono tanti, innumerevoli, tutti sono sullo stesso piano e in contrasto tra loro, con il risultato che nessuno ha reale autorità né potere coercitivo. Non ci sono strutture date una volta per sempre. Bisogna cambiare, questo è l'imperativo".
Leggendo la ricerca, le parole di Bauman ritornano vive più che mai.
Questo mentre i Partiti cercano anche loro solidità dopo aver provato ad essere leggeri, innovativi, pochi ma non hanno prodotto un cambiamento tangibile.
Ed in questa società "liquida" dove i partiti non si accorgono della presenza dei giovani, sempre secondo la ricerca, i ragazzi si esprimono e ci stupiscono con effetti speciali. Il 52,7 per cento degli intervistati non sa cosa significa "par condicio"; solo il 19,6 per cento sa cosa significa "porre la fiducia", il 18,9 per cento sa da chi viene eletto il presidente della Repubblica e il 5 per cento crede che presidente degli Stati Uniti sia Tony Blair o Robert Kennedy. L'unica consolazione è che il 90 per cento sa che Barack Obama era il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti.
Ma sapete perchè? Noi proviamo a dare una risposta: forse perchè è il Presidente Youtube...
Forse dovremo avvisare Bauman che dalla società "liquida" stiamo passando a quella liofilizzata.
di Francesco Pira
I giovani, la politica e la società liofilizzata
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