In una inchiesta di FPA (il cui resoconto è stato presentato recentemente) vi è la considerazione di un fenomeno che nella valutazione dei risultati è definito 'burocrazia difensiva'. I termini esprimono un atteggiamento, in aumento e  rivelato anche dagli stessi dipendenti pubblici intervistati per cui "è solo non facendo che si evitano rischi". È burocrazia difensiva pretendere un doppio canale digitale, ma anche cartaceo per i documenti, perché "non si sa mai". È burocrazia difensiva chiedere cento pareri prima di prendere una decisione e poi comunque rimandarla al proprio superiore diretto o alla politica e non far nulla se non si ricevono esplicite direttive. È burocrazia difensiva non usare le banche dati, ma chiedere ai cittadini informazioni che l'Amministrazione ha già. 
Per il 62% dei rispondenti negli ultimi 5 anni la burocrazia difensiva è cresciuta. Gli interventi di riforma, non solo gli ultimi arrivati ma soprattutto quelli introdotti da anni, non stanno dando gli esiti sperati. Tutto è rimasto uguale per il 25,4% del campione, solo per il 7% la burocrazia difensiva è diminuita.
Le cause che producono immobilismo sono da imputare alle troppe leggi: il rallentamento dell'azione amministrativa e i comportamenti rigidi dei funzionari pubblici derivano più da questo fattore che dai controlli: il 67,2% del campione lamenta l'eccessiva produzione di regole che genera confusione o crea sovrapposizioni. Un freno è rappresentato anche dal continuo mutamento delle norme (57,9%) e dall'eccessiva frammentazione delle responsabilità (53%).
La formazione sulle novità normative non aiuta a risolvere il problema: i corsi proposti sembrano inadeguati per il 37% oppure non ne vengono fatti per il 25% degli intervistati.
L'uso delle tecnologie come strumenti che facilitano non è capillare: c'è ancora un 21% di persone che utilizza raramente o mai le tecnologie per accelerare i processi e i servizi. Inoltre, persistono delle resistenze ("spesso" per il 49,3%, "sempre" secondo l'11,6%) nello scambio e nell'uso di documenti digitali da parte di colleghi dello stesso Ente o da altre Amministrazioni.
Il risultato per gli operatori delle P.A. è una completa mancanza di comprensione del senso strategico del proprio lavoro (45,3%), la demotivazione (35,9%), il senso di sfiducia nel cambiamento (18,3%).
In questo contesto, dal punto di vista dei dipendenti pubblici, le nuove procedure di semplificazione dei processi nella P.A. non sempre sono riuscite a semplificare, anzi, alcune sembrano aver aumentato la complessità. In particolare, la complessità è aumentata per le misure anticorruzione (62,9%), per le modalità di formalizzazione di contratti e incarichi (52,9%) e per le nuove procedure d'acquisto (50,7%).
La mancanza di servizi "user friendly" ha portato i cittadini a continuare a preferire lo sportello. Nonostante i tanti anni di lavoro sul miglioramento della relazione tra Amministrazione pubblica e cittadini oltre il 63% dei rispondenti non ha mai, o solo raramente, richiesto a distanza, via web o mail, un servizio senza andare allo sportello. Non arrivano a 40 su 100 i rispondenti che lo fanno "spesso" o "sempre".
La principale misura anti-burocrazia per uscire da questa impasse è individuata nella scelta meritocratica dei dirigenti (lo dice il 50,7% del campione). Un dirigente con le giuste capacità e competenze è la figura-chiave per innescare il cambiamento nelle Amministrazioni pubbliche. Chi ha risposto al sondaggio pensa che i dirigenti debbano essere valutati per i risultati positivi e gli effetti reali che sono in grado di produrre.
Ravvisate anche altre due misure anti-burocrazia: lo snellimento delle regole (citato dal 43,5%), e il completamento della digitalizzazione di servizi e procedure (41,9%). 
Proiettandosi nel 2030, il 45,3% del campione dice che per quell'anno le P.A. non saranno del tutto paperless. Però l'81,8% pensa che per allora, finalmente, non si dovrà ridare mille volte alle Amministrazioni i propri dati e che si potranno gestire tutte le comunicazioni con le Istituzioni da un unico punto di accesso (77%); i pagamenti saranno semplici, tracciabili e sicuri (ne è convinto l'87,4%) e dagli smartphone si avrà accesso a tutti i servizi e a tutte le informazioni della P.A. (78%).
Tratto da "CorriereComunicazione" - ForumPA
 
                                 
        
         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                        