La Corte europea dei Diritti umani si è pronunciata sul ricorso di cinque dipendenti di una catena di supermercati spagnola contro l'installazione di telecamere da parte del datore di lavoro: la Grand Chamber della Corte di Strasburgo ha stabilito che non c'è stata violazione dei loro diritti alla privacy perché esisteva "una chiara giustificazione per tale misura a causa del fatto che c'era un sospetto ragionevole di comportamenti scorretti".
E a proposito di legittimità nell'installare strumenti di controllo nei luoghi di lavoro e di rispetto della privacy, il garante italiano Antonello Soro ha sottolineato che "Il requisito essenziale perché i controlli sul lavoro, anche quelli difensivi, siano legittimi, resta dunque, per la Corte europea, la loro rigorosa proporzionalità e non eccedenza: capisaldi della disciplina di protezione dati la cui 'funzione sociale' si conferma, anche sotto questo profilo, sempre più centrale perché capace di coniugare dignità e iniziativa economica, libertà e tecnica, garanzie e doveri".