Back to top
Associazione Comunicazione Pubblica
Chi siamo
Contattaci
Lunedì della 9:30 alle 15:30
dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 14:30.
Via Marsala 8 - 20121 Milano
info@compubblica.it
02 67100712
345 6565748
Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Fundraising: fare comunità, costruire partecipazione

Fare comunità attraverso il dono, costruire la partecipazione, attivare le sinergie per fare le cose insieme: questo il messaggio della tavola rotonda "Fundraising. La vera novità? Partnership pubblico-privato" nell'ambito della tre giorni di COM.Lab 2015. Relatori d'eccezione hanno commentato il tema, che ha raccolto un folto pubblico di interessati: Luciano Zanin (presidente di ASSIF-Associazione Italiana Fundraiser), Alessandro Benedetti (segretario generale della Fondazione Meyer), Vittorio Visetti (consulente in materia di comunicazione e marketing per Cardioteam Foundation Onlus).

Maria Elisa Borrelli, consigliere di "Compubblica" e coordinatore della tavola rotonda, ha tracciato il perimetro del contesto di riferimento in cui opera oggi la Pubblica Amministrazione.

La P.A. necessita sempre di una fonte normativa a motivazione degli atti che adotta. Il comunicatore, che in questo caso è anche un pubblico dipendente, rinviene tale fonte nel principio di sussidiarietà, con particolare riferimento alla sussidiarietà orizzontale. E' in questo principio che si innesta qualsiasi ipotesi di partnership tra pubblico e privato, un principio consacrato nel testo della Costituzione italiana all'art. 118 novellato dalla Legge Costituzionale n. 3/2001, ma che trova origine a livello europeo nel Trattato di Maastricht del 1992.

Ma in cosa consiste l'approccio sussidiario? La sussidiarietà verticale consiste nel portare l'Istituzione al livello più vicino al cittadino, per cui non faccia lo Stato quel che può fare la Regione e non faccia la Regione quel che può fare il Comune. La sussidiarietà orizzontale, invece, si ispira al principio di valorizzazione del privato sociale, per cui non faccia la Pubblica Amministrazione quel che può fare il cittadino singolo o associato. La regola che prevale, anche in questo caso, è quella della prossimità, ovvero si ritiene che i soggetti più vicini siano quelli che interpretino meglio il bisogno. Viene, cioè, valorizzata la capacità e l'autonomia delle persone all'interno della collettività poiché sono quelle più idonee per rispondere ai bisogni collettivi e individuali.

In questo quadro normativo, vi è anche lo sguardo alle risorse economiche destinate ai servizi e alla comunicazione pubblica, che hanno subito progressivamente drastiche riduzioni. Dopo la Legge di Stabilità 2015, il D.L. 66/2015, i vincoli del Patto di Stabilità (seppur oggetto di rimaneggiamento), anche la Legge di Stabilità 2016 preannuncia un taglio di circa trecento milioni di Euro a Regioni e Comuni. Uno scenario, questo, che non può che sollecitare una presa di consapevolezza che il pubblico non può più assolvere a tutti i bisogni solo con le proprie forze.

Ma il partenariato tra pubblico e privato è una necessità indotta dalle circostanze o può diventare un metodo che tracima dalla necessità contingente e diventa un modello di cooperazione efficace e duraturo? In questo quadro, infatti, la P.A. non ingessa l'iniziativa, non si sostituisce, ma lascia fare al privato ciò che meglio sa fare, creando le condizioni affinché il privato stesso possa esprimersi al meglio. Questo è il primo argomento di riflessione posto ai relatori della tavola rotonda.

C'è una distinzione tra sponsorizzazione e donazione – sostiene Luciano Zanin. Ed è in particolare nella donazione che la P.A. deve imparare a gestire e mantenere le relazioni nel tempo e per presidiare questo compito occorre disponibilità e competenza. Il donatore, infatti, si attende di essere coinvolto nella comunicazione successiva all'atto del dono e vuol giustamente sapere come i suoi soldi sono stati impiegati. Il dono può essere una messa a disposizione di risorse economiche, ma anche di tempo, di competenze, di capacità di relazione. Vi è anche un'ulteriore considerazione da fare: quale posizionamento per la P.A. che fa raccolta fondi rispetto ai suoi diretti concorrenti sul territorio (ad esempio le associazioni)? La P.A. è depositaria di molteplici dati che deve innanzitutto conoscere appieno essa stessa, in tal modo ha davvero la forza di poter mettere in moto le reti che muovono risorse, risolvono problemi e creano comunità.

Nell'ambito della tavola rotonda, il secondo argomento posto a sollecitazione dei relatori è stato introdotto da un audiomessaggio di Stefano Zamagni, professore di economia all'Università di Bologna, a cui si deve una vasta letteratura sul tema in parola.