In questo numero troverete una notizia che farà felici tutti i comunicatori pubblici e la nostra Associazione impegnata da anni, con coerenza e rigore, in una battaglia per evitare che la comunicazione pubblica diventi una sorta di terra di nessuno, attraversata dai venti dell'improvvisazione e della supponenza.
Il decreto interministeriale firmato in questi giorni è un piccolo ma decisivo passo verso quel sistema in vigore in Europa che non rinchiude le nuove professioni in rigidi schemi ordinatizi ma ne definisce requisiti e caratteristiche
compatibili con il libero mercato e necessari per evitare l'abuso del "fai da te".
Un metodo, quest'ultimo, che nella comunicazione, nonostante la Legge 150, l'Ordine dei Giornalisti e le Facoltà di Scienze della Comunicazione, sembra essere, in molti settori pubblici e privati, l'unica pratica riconosciuta.
A loro volta le Associazioni verranno dotate di uno strumento in più per evitare di continuare ad ospitare nelle loro file strani compagni di viaggio.
Per quanto ci riguarda anche questo
atto va inscritto nella nuova stagione che sembra voler finalmente restituire alla Pubblica Amministrazione valori, motivazioni e competenze troppe volte smarriti nelle paludi della burocrazia. Una stagione aperta dal Ministro Renato Brunetta che sta suscitando risposte e proposte come quella del Sindacato CGIL che presentiamo, in questo numero, in forma sintetica per i nostri lettori.
L'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale ha già iniziato un aggiornamento dei propri elenchi in sintonia con il nuovo decreto interministeriale.
Continueremo su questa strada convinti, come siamo, che le libere associazioni professionali, possano rappresentare davvero una svolta verso il futuro.
Soprattutto nel settore pubblico rimasto troppo a lungo ancorato a qualifiche e meccanismi di facciata ma che ora è chiamato ad esprimere competenze e professionalità vere e capaci di rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini.
Benvenuto il tempo delle regole
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