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Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

La relazione di Elvira Gentile stimola numerosi dei presenti e nel dibattito conclusivo della giornata viene sottolineata la questione della distinzione tra ruoli e funzioni di portavoce/giornalista e comunicatore. In particolare, ci si domanda se il contratto indicherà specifiche e precisazioni per il profilo di chi lavora nella comunicazione pubblica e di chi, giornalista, faanche attività di comunicazione come occuparsi dei social media.

Gentile conferma che l'Aran ha sempre tenuto distinte le due figure sottolineando che anche le funzioni sono distinte come previsto dalla legge. Giornalista e portavoce hanno un ruolo più politico, il comunicatore, un ruolo tecnico-istituzionale. La comunicazione è un processo circolare verso l'esterno ma anche verso l'interno dell'Amministrazione e inoltre ha l'importante compito di ascolto del cittadino per migliorare le prestazioni.

È possibile che, per un'economia di personale o altre motivazioni, le Amministrazioni si comportino diversamente da quanto previsto dalla legge, ma l'intenzione di Aran è di trattare "comunicatore" e "portavoce/giornalista" come figure distinte, ciascuna con un suo profilo.

"Il settore comunicazione - continua Gentile - deve essere parte integrante dell'organizzazione, perciò il comunicatore deve far parte della struttura ordinaria dell'Amministrazione. Ufficio stampa e portavoce, invece, collaborano con le figure di vertice dell'Ente perciò, non solo devono essere distinte le due figure, ma anche la loro collocazione e il ruolo all'interno dell'Amministrazione, come specificato nella Legge 150/2000". "Nella definizione dei profili è anche necessario andare al di là delle indicazioni contenute nelle varie norme in materia di comunicazione. La funzione di comunicazione per un Ente pubblico è ben più ampia degli adempimenti, per esempio, in materia di trasparenza. Comunicazione è miglioramento dell'immagine dell'Amministrazione, è spiegare al cittadino il valore creato dall'organizzazione pubblica".

Il dibattito prosegue con una riflessione sul ruolo dell'università nella definizione dei profili professionali. I corsi di laurea formano "tecnici della comunicazione", ma il comunicatore non deve possedere solo delle competenze, ma anche e soprattutto delle conoscenze che gli permettano di gestire la complessità. Non si può parlare di comunicazione e di organizzazione. La comunicazione è organizzazione. Le organizzazioni che si evolvono si articolano in tanti sottosistemi e l'efficienza è garantita dalla condivisione dell'informazione e della conoscenza. È necessario costruire una cultura della comunicazione differente a partire dalla formazione universitaria, che preveda conoscenze oltre che competenze.

Il dibattito si conclude con una domanda del presidente Mombelli ad Elvira Gentile: "Cosa consiglierebbe a noi, come Associazione, per sostenere le buone intenzioni che esistono in Aran e nella P.A., ovvero per rafforzare la posizione di coloro che sono ben orientati nell'applicazione della legge?"

Gentile risponde che l'Associazione fa già molto. È necessario che i tempi maturino ulteriormente. In attesa dell'atto di indirizzo del Governo che contiene le indicazioni sul contenuto del contratto, sicuramente una buona direzione è sensibilizzare entrambe le parti, quella datoriale (Dipartimento della Funzione Pubblica) e la controparte sindacale. Inoltre, è importante continuare a stimolare il dibattito su questo tema dentro le Amministrazioni che, in alcuni settori, stabiliscono i profili professionali nell'ambito delle linee generali volute dal contratto nazionale, ma in base alle proprie esigenze.

Mombelli conclude confermando la presenza fattiva di "Comunicazione Pubblica" che si impegna a lavorare sui due fronti, per avere il supporto di ambedue gli attori nel raggiungere l'obiettivo comune a tutti i presenti e da anni perseguito dall'Associazione: il riconoscimento del profilo e del ruolo di comunicatore pubblico.