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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Agenda digitale, tra Achille e la tartaruga

Si rischia il fallimento se, accanto alla velocità nella trasmissione e nella circolazione dei dati, non si riescono a sviluppare le competenze. Il Digital Government Summit 2013 svoltosi nei giorni scorsi a Roma ha permesso di fare il punto sull'attuazione della "Agenda digitale" italiana.

Una due giorni, il 12 e il 13 novembre, proposta dalla Fondazione Think!, con Astrid e ForumPA per fare il punto su quella che viene considerata, a livello governativo, una delle chiavi per assicurare lo sviluppo e accrescere efficacia ed efficienza della Pubblica Amministrazione, con una potenziale e sensibile riduzione dei costi di funzionamento.
Un summit che ha preso spunto da una ricerca condotta da Think! dalla quale emerge che "negli ultimi 20 anni gli enti che hanno guidato i processi di innovazione della P.A. hanno assunto ruoli 'individualistici', non sufficientemente inseriti in un contesto generale di relazione e condivisione di obiettivi e attività". Inoltre, come seconda conclusione dell'indagine, "non è stata svolta un'analisi ex ante degli aspetti organizzativo-funzionali degli enti a cui facevano capo i processi di innovazione e, di conseguenza, non sono stati apportati cambiamenti del contesto di riferimento. Di conseguenza - si legge - sono stati mantenuti forti aspetti burocratici (logiche basate sul procedimento e sull'atto) senza passare a modalità operative basate invece su ottimizzazione dei progetti e logiche progettuali".
E' stato Roberto Moriondo, direttore della Direzione innovazione e ricerca di Regione Piemonte, a sintetizzare in una battuta il punto della situazione raccontando il paradosso di Achille e della tartaruga, alla ricerca di soluzioni per uscire dai continui intoppi. Una metafora che ben evidenzia lo stato dell'arte. Perché per attuare l'agenda digitale, come hanno chiaramente sottolineato tutti i numerosi relatori invitati al summit, occorre innovazione, sviluppo, ma anche la disponibilità ad acquisire nuove competenze.

L'argomento e i temi trattati sono così vasti che ci torneremo sicuramente sopra, nella speranza che si attivi un dibattito tra i comunicatori pubblici che potranno fornire il loro contributo strategico, per fare dell'agenda digitale un'opportunità anche di democrazia, favorendo il diritto di cittadinanza.

C. T.