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Serve una nuova normativa sulla protezione delle informazioni e sulla continuità del servizio sottolinea il Garante per la tutela dei dati personali, Francesco Pizzetti, perché "la tecnologia cloud va incentivata e non combattuta, ma dentro un quadro di garanzia".

"Un quadro di garanzia - prosegue il Garante durante l'evento "Ist Global Cloud Computing"- che non è solo quello della privacy e protezione dati ma è molto più serio. Per questo il solo consenso non sarà sufficiente, il contratto non basterà, affidare semplicemente a rapporti contrattuali la protezione dei dati sarà assolutamente inadeguato e la protezione dei dati finalmente dovrà coinvolgere anche i sistemi di trasmissione".

I servizi di cloud computing vengono osteggiati soprattutto per gli aspetti legati alla sicurezza e alla continuità del servizio. Utilizzare il cloud per memorizzare dati personali espone l'utente a potenziali problemi di violazione della privacy. I dati risultano in possesso dell'azienda che quindi se avesse un comportamento malevolo potrebbe accedere ai dati degli utenti al fine di eseguire indagini di mercato o di profilazione dell'utente.

"Bisognerà capire bene - aggiunge il Garante - quali tecnologie cloud, quali tipi di servizi verranno ipotizzati a notificazione, occorrerà identificare e studiare misure di sicurezza che vadano oltre le misure di sicurezza attualmente chieste perché quelle previste dal nostro Codice della Privacy sono preistoriche".
"Questi - conclude Pizzetti - sono i settori su cui stiamo lavorando nell'assoluta convinzione delle affermazioni del Consiglio d'Europa che la tecnologia cloud vada incentivata".