Fra le segnalazioni di bandi di concorso di Amministrazioni pubbliche che non si attengono a quanto le norme richiamano, ne vogliamo segnalare due: uno del Comune di Cervia e uno della Provincia di Forlì-Cesena.
Il primo: la richiesta era per un posto le cui competenze richieste richiamavano espressamente le funzioni di comunicazione pubblica, ma non veniva citata fra i titoli di studio richiesti la Laurea in Scienze della comunicazione.
Di fatto venivano esclusi tutti i laureati nella disciplina.
Il nostro suggerimento per tutti coloro in possesso del titolo di studio "escluso" era di iscriversi e partecipare alla selezione.
Dopo varie telefonate intercorse con il responsabile del procedimento e i funzionari preposti alla selezione l'Amministrazione comunale ha convenuto con la nostra valutazione e ha ammesso al concorso tutti coloro in possesso di Laurea in Scienze della comunicazione.
Di questa attenzione l'Associazione è stata ringraziata sia dal Comune di Cervia per la collaborazione, sia da chi era stato momentaneamente escluso per l'attenzione.
Il secondo bando, invece, della Provincia di Forlì-Cesena chiedeva "un addetto alla comunicazione, Cat. C" e, nel testo, non si faceva alcun riferimento alle norme in materia di comunicazione e informazione e ai requisiti professionali richiesti. Questo all'Amministrazione è stato scritto, chiedendo una maggiore chiarezza (vedi lettera allegata) nella distinzione delle due attività, delle funzioni e delle specifiche competenze.
Per ribadire i contenuti di due professioni diverse: quella del comunicatore e quella del giornalista; per legittimare il profilo e per attuare non una "norma speciale" ma una Legge nazionale.
In questo caso la nostre considerazioni non sono state sentite. La risposta è nella lettera allegata.
La preselezione, ci dicono, è stata effettuata in aule della Fiera dove erano stipati centinaia di candidati, numerosi quelli senza alcuna conoscenza specifica sulla disciplina. Tutti illusi da un bando non chiaro, non corretto. Un bando segnalato da un giornale locale per i dubbi che ha prodotto .
Come diciamo sempre ai soci di "Comunicazione Pubblica", ai colleghi e ai lettori della nostra news letter che si rivolgono all'Associazione per avere un supporto: l'Associazione, non è una ‘persona fisica' e può agire solo per esortare l'Istituzione pubblica al rispetto delle regole. Ma sono le persone - soci, colleghi, lettori - che devono credere nella battaglia per il riconoscimento professionale.
Come diciamo sempre alle Amministrazioni, le nostre lettere di intervento, oltre ad avere come obiettivo il rispetto delle norme e il riconoscimento della professione, sono anche indicazioni in autotutela dell'Amministrazione stessa. Non vorremmo che, come peraltro già avvenuto, si aprissero dei contenziosi, ma che nei bandi vi fosse il rispetto delle regole a tutela della buona amministrazione e anche a tutela degli interessi legittimi dei concorrenti.
L'Associazione, fin dall'approvazione della Legge, ha come principale obiettivo la legittimazione della professione e del professionista. Conduce azioni continue di sollecitazione per ottenere questo risultato. Per il buon rapporto che intrattiene con l'Aran, l'agenzia negoziale del pubblico impiego, ha collaborato per le ‘Linee guida sui profili professionali dei comunicatori pubblici'. E' onesta nelle sue azioni. Non si è fatta trascinare verso il lobbismo o la politica. Non è una corporazione.
E' un corretto e leale punto di riferimento per il sistema della comunicazione pubblica e per i suoi professionisti.
La lettera dell’Associazione Comunicazione Pubblica
La lettera di risposta della Provincia di Forlì-Cesena