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La nascita di gioventu.it e la fine di Pogas

Nemmeno un funerale di terza classe per il portale varato dall'ex ministro in carne, ora ombra, Giovanna Melandri. Il lavoro svolto dal precedente ministro è stato cancellato con un colpo di mouse dal nuovo ministro, non più delle Politiche Giovanili, ma della Gioventù.

E cosi in rete è arrivato il debutto ufficiale. "Ogni mese apriremo un Focus diverso su questioni che toccano l'universo giovanile". E così è stato. Nel primo mese si parla di droga ed ecco l'esperienza di Giorgia Benusiglio. E' l'unica parte del sito in cui si può partecipare ad un focus. Tutto il resto è blindato. Non si può nemmeno scrivere al Ministro perchè l'unica mail che si può recapitare è ad un generico indirizzo info@gioventu.it.
Certo si può scrivere ai collaboratori, o allo staff dell' onorevole Giorgia Meloni, ma non a lei.

C'è poi il tentativo di un programma radiofonico, scaricabile solo dalla rete in podcast, ma non sappiamo gli esiti. Anche quello non si può commentare.
Ci sono in compenso quattro buone intenzioni collocate sopra il focus: diritto al futuro, protagonismo generazionale, la rivoluzione del merito, la meglio gioventù.
Un riferimento a Pier Paolo Pasolini, notoriamente di sinistra che la Melandri si era ben guardato di citare e che è stato invece celebrato da una ministra di centrodestra.
Ci sono collegamenti con i vari Ministeri, compreso quello della Pubblica Amministrazione, ma nemmeno uno straccio di link con l'Istruzione o l'Università. Troppo scontato? Può darsi. Per chi è abituato alla navigazioni dei portali pubblici, non soltanto italiani, al momento questo nuovo portale rimane una sorta di toccata e fuga.

Non sappiamo in futuro se esploderà nel massimo dialogo con i giovani o invece rimarrà qualcosa dove la bidirezionalità esiste poco.
Eppure nelle intenzioni del ministro Meloni, pochi giorni fa, alla presentazione a Roma, in cui il vecchio portale Pogas non è stato quasi citato, non ha avuto dubbi nell'affermare che "c'è una precisa volontà di andare a diretto contatto con la generazione della quale ci occupiamo. Abbiamo privilegiato il confronto e la partecipazione. Una strada un po' rischiosa, quella di far parlare direttamente i ragazzi".
Ma a parte il Focus al momento non c'è nessun altra possibilità di farli parlare, e nemmeno di far indirizzare una mail in particolare al ministro.

Pur consapevoli che cambiato il ministro e "ridefinite le competenze" occorreva fare qualcosa di nuovo, davvero tutto quello che aveva fatto Giovanna Melandri era da buttare? E come mai nessuno ha cercato di capire se veramente questo nuovo portale risponde alle esigenze dei nostri giovani?

Rileggendo il Monitoraggio dei Siti Pubblici che ho l'onore di coordinare, prodotto dall'Università di Udine, il giudizio che veniva fuori dello scomparso portale Pogas era senza infamia e senza lode, non del tutto positivo, infatti era stato solo "rinviato a giudizio".

La nascita di gioventu.it e la fine di Pogas

"Il sito pur mantenendo il giudizio globale inalterato - abbiamo scritto -  vede abbassarsi i punteggi relativi ai contenuti e all'interattività. I contenuti in alcuni casi non sono puntualmente aggiornati mentre sotto il profilo dell'interattività mancano strumenti di coinvolgimento, blog collegati, aree di discussione che responsabilizzino e rendano davvero protagonisti i giovani.

Dai risultati si evince che Pogas.it aveva rimediato un pur sempre positivo giudizio.
Il vecchio portale era  facilmente navigabile. Nella parte superiore del sito, oltre a "Home", "Mappa", "Link" e "Credits" c'era l'indicazione "Feed". Quest'ultima consentiva di accedere alle spiegazioni per utilizzare la tecnologia Rss (Really simple syndication", il sistema basato sulla tecnologia Xml che permette di essere informati senza dover necessariamente collegarsi a Internet). Questa soluzione permetteva di ricevere tutti gli aggiornamenti sulle notizie pubblicate nel sito, a patto di possedere il software chiamato "aggregatore". Questa ultimo strumento è previsto anche sul portale www.gioventu.it.

Anche dal punto di vista dei contenuti erano state ampliate diverse sezioni. In particolare era stato attivato il canale Youtube con pogasweb dove si potevano rintracciare filmati e spot delle diverse campagne promosse dal Ministero.
Nel nuovo portale gioventu.it non c'è nulla di tutto questo.

Quindi, riepilogando, c'è molta aspettativa per questo nuovo portale. E vedremo nei prossimi mesi come si arricchirà la sezione La Meglio Gioventù. Il ministro Meloni ha sottolineato che lì si troveranno le storie che non entrano nei tg.
Inizierà Federico Moccia con quella di Daniele Palladini, il militare morto in Iraq per impedire una strage. E poi altre storie compresa quella di Roberto Saviano.
Al momento il dato certo è che manca l'interattività e che nei primi giorni di presenza nella grande rete non ci è sembrato vi sia stato un boom di consensi. Ma resta un'opinione. Rimaniamo dell'idea che abbiamo espresso dopo il Monitoraggio 2008. I Dipartimenti andrebbero coordinati sotto il Portale della Presidenza del Consiglio www.governo.it per avere sempre un quadro di tutte le attività e un modello collaudato che funziona. Ma questa nostra idea forse rimarrà un'utopia.

Ogni ministro ha proprie idee che vuole esprimere anche sul web. E di ciò non si discute. Ma possibile che alcune parti dei portali, magari quelle più statiche devono essere rifatte ogni volta che cambia un Governo?

E poi rimane la questione dei linguaggi giovanili. Un portale dedicato ai giovani deve, in ogni suo spazio, prevedere quei collegamenti e quegli strumenti che sono apprezzati dai nostri ragazzi.
Diversamente si commette lo stesso errore che viene fatto nella comunicazione politica dove i giovani dirigenti parlano nello stesso modo dei vecchi e risultano fuori dal tempo, come nel film di Woody Allen "Amore e Guerra" del 1975 in cui  viene rappresentato, tra le altre vicende narrate, il paradosso di un uomo che si diceva fosse  più vecchio di suo  padre*.

Non sappiamo quanto è costato il portale, quanto costa Radio Gioventù (le puntate sperimentali sono condotte da Pierluigi Diaco) e non sappiamo anche quanto è costato quello precedente.
Ma magari unendo le due buone intenzioni forse si costruiva qualcosa di realmente bidirezionale.
Ma è soltanto un'opinione.

                                                                                        Francesco Pira


*vedi "La nuova comunicazione politica - Pira- Gaudiano - Franco Angeli- 2008 pagina 168