Entro la fine del mese di maggio ben sette Delegazioni regionali dell’Associazione ( Lazio, Piemonte-Val d’Aosta, Liguria, Toscana, Campania, Emilia- Romagna, Sicilia) hanno tenuto le assemblee e rinnovati i propri organi dirigenti.
Il Consiglio nazionale dello scorso 29 maggio, prendendo atto con soddisfazione dei lavori gia svolti, ha deciso la proroga della data, per lo svolgimento delle prossime Assemblee peraltro gia tutte calendariezzate, a fine giugno.
Possiamo con soddisfazione dire che in soli due mesi e, per la prima volta dalla nascita nel 1990 della nostra Associazione, i soci delle varie regioni sapranno riorganizzare sul territorio la loro presenza con un notevole ricambio, almeno per le assemblee gia svolte, dei ruoli dirigenziali e, soprattutto alla presenza di tanti giovani capaci di portare nuovi entusiasmi e nuove idee per la vita associativa.
Tra i temi che hanno caratterizzato i lavori delle prime assemblee: la necessità della piena attuazione della 150, il riconoscimento professionale degli operatori della comunicazione, la formazione ed aggiornamento.
Si è constatato che non sono frutto di un destino cinico e baro lo scippo di COM-PA, l’attacco alla 150, la non approvazione dei profili professionali, il ritorno, nelle amministrazioni, di forme spinte di burocratizzazione accompagnate da forti dosi di opacità.
Tutto quanto ha una logica, una logica che passa dalla non volontà di cambi culturali e di agire nella PA dal tentativo di riproporre logiche , che si pensava passate, di clientelari consulenze lobbistiche.
Tutti i partecipanti hanno sottolineato con forza, invece, la necessità di realizzare appieno la 150 a partire dalle strutture di comunicazione e informazione, con il coinvolgimento degli operatori che in questi anni hanno svolto un lavoro prezioso nel tentativo del recupero di credibilità e fiducia da parte dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione.
La necessità, ormai non più procrastinabile, del riconoscimento professionale dei comunicatori pubblici, per affermare un ruolo professionale caratterizzato da un forte senso di responsabilità, eticità, deontologia.
A questo proposito sia in Toscana che in Emilia- Romagna si è deciso di attivare a livello regionale un tavolo di confronto Anci, Upi, Sindacati, Associazione, che possa, non solo sollecitare la definizione a livello nazionale dei profili, ma che possa, nell’ambito della contrattazione vigente, individuare i percorsi per un riconoscimento a livello territoriale dei profili sulla fattispecie di quanto gia fatto ad esempio alla provincia di Perugia o al Comune di Roma.
Da ultimo la richiesta all’Associazione di farsi garante e promotrice, sempre più, di percorsi formativi, strumenti essenziali per l’efficacia della nostra attività, investendo cosi sul “valore” uomo, che da sempre rappresenta il patrimonio più importante per la PA.
Nei lavori della Delegazione toscana, si è deciso di continuare a sviluppare il rapporto con le Università, in particolare nell’ambito dei corsi di Scienze della Comunicazione, peraltro molto intensi, di Firenze, Siena e Pisa.
Su questi temi saranno certamente chiamati a confrontarsi i soci delle altre Regioni, certi di una cosa; se qualche gufo pensava, con atti non limpidi, di liquidarci, si è sbagliato. Sbagliato di grosso.
Pierdomenico Lonzi, Consigliere nazionale dell’Associazione “Comunicazione Pubblica” - Responsabile Rapporti Delegazioni regionali
Delegazioni regionali: una scommessa per una nuova sfida
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