Pochi avvenimenti riescono ad emozionare e a farsi lutto collettivo in un mondo in cui il tempo tra partecipazione e assuefazione ad ogni vicenda umana si riduce sempre più drammaticamente.
La morte di Steve Jobs è stato uno di quelli.
Di lui, della sua genialità, del suo essere positivamente diverso si è già detto tutto e di più.
Se ne sono ricordate le capacità, l’incarnazione del sogno americano, il desiderio impetuoso di oltrepassare i confini del reale. Un fiume di parole che, temo, non raggiungerà alcun mare e che, come spesso accade, finirà per annullarsi in una quotidianità fatta di conformismo e banalità.
Eppure Jobs è stato il vero capitan Kirk che ha guidato l’astronave dell’umanità dal villaggio globale al futuro.
Colui che ci ha insegnato a pensare, parlare e vivere in modo diverso e universale.
Che ci ha resi cittadini del XXI secolo, che ha sollecitato le giovani generazioni a “credere in qualcosa: nel destino, nella vita, nel karma”.
Adesso occorre evitare che tutto questo si riduca all’ennesimo rituale: quello che prevede gli applausi ai funerali, che trasforma un cordoglio universale in un'occasione di facciata.
Non penso solo a coloro che confondono il proprio quartiere con la California o scambiano il proprio cortile per una nuova Cupertino.
Mi riferisco ai tanti che stanno seppellendo un uomo e la sua diversità sotto una montagna di frasi fatte e luoghi comuni.
Cosa possiamo e dobbiamo fare perché il grande vuoto che questo americano tranquillo lascia in gran parte del mondo non rimanga uno dei tanti buchi neri disseminati lungo il cammino della civiltà?
Occorre raccogliere e fare nostro il suo invito ai giovani ad essere “affamati” ed impegnarci affinché la tecnologia, tutte le tecnologie, diventino da affascinanti teorie a strumenti pratici del cambiamento.
Questo deve accadere nelle scuole, nelle Università, nelle organizzazioni pubbliche e private, nel mondo del lavoro e della ricerca.
Ricordare i grandi uomini non significa solo partecipare a qualche cerimonia sempre più sbiadita ma camminare, giorno dopo giorno, lungo la strada che ci hanno indicato.
Occorre avere piena coscienza di tutto questo, senza mai dimenticare, come ricordava Jobs, che “il nostro tempo è limitato e che non va sprecato vivendo la vita di qualche altro.”
Così le idee non diventano pallidi ricordi ma continuano a vivere assieme a tutti coloro che vogliono davvero innovare e cambiare.