Le app facilitano e vivacizzano molte delle attività che svolgiamo giornalmente; allo stesso tempo, le app raccolgono anche una grande mole di informazioni personali. Tutto ciò permette un monitoraggio digitale permanente, mentre gli utenti spesso non ne hanno consapevolezza né ne conoscono i fini ultimi.
Spesso gli sviluppatori di app non conoscono le implicazioni associate alla loro attività in termini di privacy, né hanno familiarità con concetti quali protezione della privacy sin dalla progettazione ("privacy by design") e protezione della privacy di default ("privacy by default"). I sistemi operativi e le piattaforme app più diffusi permettono, in realtà, di configurare alcune impostazioni relative alla privacy, ma non consentono agli utenti di avere il pieno controllo dei propri dati personali verificando quali dati siano raccolti e per quali finalità.
Durante la 35ma Conferenza internazionale, tenutasi il 23 ed il 24 settembre 2013 a Varsavia, i rappresentanti delle Autorità per la privacy hanno discusso della "appificazione" della società, delle sfide derivanti dall'utilizzazione crescente di applicazioni e hanno espresso l'impegno inequivocabile affinché sia garantita agli utenti una migliore interazione in termini di privacy, con l'intenzione di rivolgersi a soggetti pubblici e privati per richiamarli alle funzioni e alle rispettive responsabilità.
E' fondamentale che gli utenti abbiano e continuino ad avere il controllo dei propri dati. Devono poter decidere quali informazioni condividere, con chi condividerle e per quali finalità. A questo scopo, devono disporre, anche all'interno delle app, di informazioni chiare e comprensibili sui dati raccolti, prima che abbia inizio la raccolta effettiva di tali dati. Gli utenti devono avere la possibilità di scegliere caso per caso se consentire l'accesso ad alcune specifiche informazioni, quali i dati sull'ubicazione o gli indirizzi in rubrica. Soprattutto, nella messa a punto delle app occorre ispirarsi al principio di minimizzazione delle sorprese: niente elementi nascosti, nessuna raccolta di informazioni effettuata in modo occulto e non verificabile.
Gli sviluppatori di app sono fra i motori della crescita dell'economia digitale e semplificano a tutti noi lo svolgimento delle attività quotidiane. Allo stesso tempo, devono garantire il rispetto delle norme di privacy e protezione dati esistenti nei vari Paesi del mondo. Per raggiungere tale obiettivo e contemporaneamente non incidere sull'esperienza dell'utente, occorre che si tenga conto dei requisiti di privacy fin dalle fasi iniziali di messa a punto di un'app.
Ai fornitori di sistemi operativi competono specifiche responsabilità con riguardo alle rispettive piattaforme. In misura crescente questi fornitori offrono la possibilità di gestire in via generale le impostazioni di privacy sui dispositivi mobili ed è perciò che si trovano nella condizione ideale per garantire la protezione dei dati.
Dal canto loro, le Autorità per la privacy e la protezione dei dati possono e devono sensibilizzare coloro che operano nel settore delle app, gli utenti e l'opinione pubblica in generale.
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