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Il tema della sicurezza dei dati è all'ordine del giorno in tutte le strutture sanitarie pubbliche, ma anche private. Recenti casi di cronaca mostrano come la sanità sia un settore che i criminali informatici aggrediscono di frequente.

A far luce sulla gestione del dato sanitario un recente convegno, organizzato da Motore Sanità a Milano presso Palazzo Lombardia, durante il quale non è stata tralasciata la parte della giurisprudenza. In particolare l'attenzione è stata posta sull'impatto del settore sanitario del Regolamento europeo n. 679/216, applicabile dal 25 maggio 2018. Sono state esaminate le principali novità introdotte dal Regolamento europeo e approfonditi gli adempimenti che le strutture sanitarie sia pubbliche che private, dovranno mettere in pratica per essere compliant e ridurre al minimo le violazioni dei dati personali. Tutto nell'ottica di conciliare la tutela della riservatezza dei dati con lo sviluppo delle nuove tecnologie.

Ampio dibattito è stato dedicato al tema della security e, come ha precisato Stefano Quintarelli, presidente del Comitato di Indirizzo dell'Agenzia per l'Italia digitale, "lo scenario tecnologico cambia molto velocemente ed è in questo contesto che si vanno ridefinendo le filiere. La questione "sicurezza" è un tema non solo tecnologico ma anche culturale. Nei prossimi anni ogni oggetto sarà collegato all'altro, ci saranno computer ovunque, cambieranno scenari e processi nel mondo del lavoro, perciò la security è un tema delicato da affrontare". Tuttavia "non ha senso opporsi all'evoluzione hi-tech. Istuzione, formazione e welfare faranno la differenza".
Ma è anche stato precisato che il tema della sicurezza e della privacy va di pari passo con la qualità del dato, e per questo è necessario reinvestire negli strumenti informatici e organizzare bene la raccolta delle informazioni.

Nelle conclusioni dell'incontro è stata ribadita l'importanza delle regole e del loro rispetto, ma ancora di più l'importanza di farle diventare cultura diffusa per tutti coloro che trattano i dati, perché le aziende e le tecnologie ci sono e aiutano, ma non c'è miglior privacy e maggior sicurezza di una organizzazione che adotta la cultura giusta e rispetta le regole.

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