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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

I comunicatori pubblici a difesa della Legge 150

Non si placano le proteste di studenti, docenti e colleghi alle dichiarazioni di giornalisti e ministri del governo in carica circa l'inutilità della Facoltà di scienze della comunicazione.

Il nostro editoriale della settimana scorsa ha prodotto molte telefonate e lettere di consenso tra cui ci piace segnalare quelle del prof. Michele Cortelazzo dell'Università di Padova (vedi"Primo Piano).

Anche il nostro Consiglio nazionale nella sua seduta di venerdì 17 aprile si è occupato della cosa stigmatizzando un atteggiamento apparentemente incomprensibile e comunque inaccettabile proprio per il ruolo e la funzione di chi fa propri questi stereotipi in forma di giudizio.
Lo ripetiamo, la questione non è la critica o il dissenso, ma il modo demagogico-populista con cui si liquidano scelte professionali e normative da cui nessun schieramento politico può chiamarsi fuori.

E poiché i cattivi esempi sono molto più contagiosi delle "best practices" ecco l'Agenzia delle Entrate emanare un bando di concorso che definire confuso e reticente è solo un educato eufemismo.

Anche in questo caso la nostra Associazione non può non assumere una ferma posizione di denuncia non solo per coerenza con le ragioni profonde del proprio esistere ma per rispetto del Parlamento che ha votato la Legge 150, delle Università che hanno investito in strutture, docenti e risorse economiche e delle migliaia di giovani neo-laureati che non possono essere abbandonati al loro destino.

Ecco il testo della lettera che il presidente Gerardo Mombelli e il segretario generale Alessandro Rovinetti, hanno ritenuto di inviare all'Agenzia delle Entrate dove non sembra essere ancora entrata la normativa in materia di informazione e comunicazione.

Testo della lettera