Un ulteriore passo avanti è stato fatto all'inizio del 2013, con l'introduzione della qualificazione che, una volta ottenuta da "Compubblica", si può chiedere di far inserire nel proprio fascicolo personale. Però ci rendiamo conto che tutto ciò non è sufficiente. Per questo abbiamo avviato da tempo un'interlocuzione molto costruttiva con Aran. Il tentativo è che i vertici politici e amministrativi della P.A., con la piena applicazione della Legge 150/2000, riconoscano alla comunicazione pubblica un ruolo non residuale, da prevedere solo nella fase finale di un processo. Il comunicatore pubblico ha un compito strategico e, come tale, deve essere coinvolto nella cabina di regia fin dall'avvio dei progetti, perché può indirizzare in modo più efficace le diverse azioni operative.
Le dimissioni di Matteo Renzi hanno inevitabilmente rallentato, almeno sul piano politico, le trattative sul rinnovo del contratto del pubblico impiego. Però proseguono, a livello tecnico, anche quelle relative ai comunicatori pubblici, sia con le Organizzazioni sindacali sia con i vertici di Aran. Un percorso non facile, perché le resistenze sono molte.
Però "Compubblica" non molla, convinta com'è di quanto sia sempre più strategica la comunicazione pubblica per riconquistare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. In un momento storico in cui il partitismo e, di conseguenza molti organi d'informazione, tendono sempre più a mescolare ruoli e funzioni, disorientando le popolazioni.
Claudio Trementozzi