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Associazione Comunicazione Pubblica
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Quanto č difficile semplificare?

Alzi la mano chi ha, sul proprio sito istituzionale, il documento annuale nel quale devono essere indicati gli obiettivi in tema di accessibilità! In molti risponderanno di non sapere nemmeno di cosa stiamo parlando... nonostante la scadenza fosse il 31 marzo scorso.
Per recuperare il tempo perduto, ma anche facilitare il compito, è stata pubblicata nei giorni scorsi la circolare n.61/2013 ("Disposizioni del DL 18 ottobre 2012 n. 179, convertito con modificazioni dalla L. 17 dicembre 2012 n. 221 su accessibilità dei siti web e servizi informatici.") alla quale sono allegati due modelli, un questionario di autovalutazione e il format che l'Ente può utilizzare per pubblicare quanto previsto dalla legge. Adesso non ci sono più scuse e la mancata attuazione incide sulla valutazione delle performance dei dirigenti e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare.
La questione non riguarda solo i settori istituzionali di Province e Comuni, gli uffici segreteria o il personale degli Enti locali incaricato di predisporre gli atti per il protocollo informatico. Dovrebbero, invece, metterci il naso anche i comunicatori pubblici. Altrimenti si perde ancora una volta l'occasione di consolidare e rendere efficaci i progressi di trasparenza, informazione e, un po', anche di comunicazione ai quali abbiamo assistito, per esempio, con l'introduzione proprio del protocollo elettronico. Il quale, ancora oggi, è una raccolta di documenti-immagine, cioè la scansione di atti, nonostante il DLgs 179/2012 ("Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese") evidenzi addirittura che la mancata creazione elettronica del documento (e di tutte le relative firme) porti alla “inefficacia della pubblicazione”. Oltre al fatto che gli atti amministrativi, come avviene per le leggi, sono spesso incomprensibili essendo pubblicati così come sono stati preparati dal funzionario tecnico incaricato, che non ha particolari competenze in materia di comunicazione pubblica. 
Qualche esempio positivo in Italia c'è sicuramente, ma la stragrande maggioranza degli Enti locali, ma anche dei dirigenti delle Regioni, non comprende la grande opportunità di riuscire a coniugare le potenzialità dell'agenda digitale con la professionalità e le competenze dei comunicatori pubblici.
Claudio Trementozzi

Le norme integrali: www.digitpa.gov.it