Che la dimensione digitale 2.0 e il nuovo paradigma del web sociale e collaborativo siano una imperdibile (ulteriore!) opportunità di innovazione per il sistema delle Pubbliche Amministrazioni italiane, è ormai cultura comune tra coloro che si occupano di comunicazione pubblica come piattaforma di riforma e di cambiamento. 
Se ne è parlato all'incontro “Cittadini digitali e social per Amministrazioni aperte", nell'ambito di COM.Lab 2015. 
I relatori, partendo da esperienze concrete e competenze maturate professionalmente, tecnicamente, politicamente, hanno condiviso con un'audience attenta e interattiva considerazioni teoriche e pratiche in merito al tema al centro della discussione. Leda Guidi, consigliere di “Comunicazione Pubblica”, introducendo il confronto, ha tracciato un quadro delle relazioni suggestive, promettenti, sfidanti - ma a volte “pericolose” – che nascono dall'incontro/scontro tra P.A. e modello relazionale, multipolare generato dall'ecosistema digitale. Quanto, cioè, la nuova sfera pubblica digitale, social/crowd/collaborativa - abilitata dalla rete e dai contenuti multicanale - influisca sull'open-gov e sulla cittadinanza attiva, elettronica e non. Ad Alessandro Lovari, docente dell'Università di Sassari, il compito di illustrare nel suo contributo, una sintesi di ricerche accademiche e sul campo, “Traiettorie di comunicazione pubblica 2.0”, l'impatto dei social media su Amministrazioni, cittadini e comunicatori pubblici, approfondendone anche gli aspetti critici legati alla misurazione e alla valutazione. Cambiamento dei modelli comunicativi e ruolo delle tecnologie digitali interpellano in modo deciso, secondo Lovari, professionisti della comunicazione, politici e amministratori, nella definizione dei rispettivi perimetri d'azione e delle specifiche funzioni, già delineate (nei “fondamentali”, se non negli strumenti in evoluzione continua) dalla Legge 150 fin dal lontano 2000. 
Fabiana Martini, vicesindaca e assessora del Comune di Trieste, ha parlato delle pratiche comunicative “social” – e più in generale digitali - utilizzate dalla sua Amministrazione e del gradimento, in progressiva crescita, che i cittadini manifestano per queste forme di interazione diretta e non-formale. Ha anche parlato di come profili istituzionali e profili politici possano essere sinergici in un contesto comunicativo istituzionale trasparente negli obiettivi e nei messaggi. 
La “storia social” del Comune di Torino è stata raccontata da Mirko Corli, social media manager pubblico della prima ora, dato che il servizio twitter @twitorino è stato il primo in Italia, apripista per le sperimentazioni successive in altre città. Con i suoi quasi 72.000 follower è il profilo di una Amministrazione comunale più seguito e attivamente partecipato in Italia. Attraverso l'hashtag #viabiliTO, servizio sul traffico in tempo reale, riesce a dare una visuale esauriente delle informazioni riguardanti mobilità e situazione delle strade, con un livello di collaborazione elevato e pertinente in termini di messaggi postati. 
Annaflavia Bianchi, economista, ha centrato il suo contributo partendo da un intervento, in ottobre a Bologna, di Robert Putnam, teorico del “capitale sociale”, evidenziando criticità quali il divaricarsi dei livelli di reddito, l'accrescersi delle disuguaglianze nelle disponibilità di risorse economiche e il riflettersi di tali divari sulla società fino a farne una società di individui segregati nella propria comunità, senza più occasioni di contatto, di scambio e di cooperazione con membri di altri strati sociali. Usare gli strumenti “social”, il far rete digitale e reale, per far spazio al “co-”, all'attivismo dei cittadini, alle domande dalla cui energia partecipativa vengano collettivamente generate le risposte, questo potrebbe essere il prossimo passo, verso una trasformazione “governata in comune”.
 
        
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