Favorito da un inatteso e gratuito battage pubblicitario, il numero zero di “Comunicatori e Comunicazione”ha ottenuto un successo superiore alle più ottimistiche aspettative.
A conferma di come sia importante gestire la nostra comunicazione in modo diretto, senza firmare deleghe in bianco a nessuno.
Questa è anche una delle indicazioni venutaci dai lavori dell’Assemblea nazionale della nostra Associazione riunitasi a Roma il 14 marzo scorso e di cui parleremo diffusamente nei prossimi giorni.
Ma ci sembrerebbe un’occasione persa se, sin da ora, non condividessimo con i nostri lettori il senso della sfida (ampiamente vinta se si considera il voto quasi plebiscitario con cui sono stati eletti i nostri organismi dirigenti per il mandato 2008-2011) che era al centro dei nostri lavori.
In sintesi si trattava di esprimere un giudizio non solo sull’attività del triennio appena trascorso, ma di definire il nostro ruolo per un futuro che, tranne forse per quelli che si occupano di naming e branding, non sembra presentarsi particolarmente roseo.
Ha prevalso l’idea che guida da alcuni anni il nostro gruppo dirigente: mantenere l’Associazione autonoma e indipendente, accrescerne l’autorevolezza e la credibilità, essere un interlocutore professionalmente privilegiato per il sistema universitario, le organizzazioni sindacali e tutti coloro che dentro e fuori le Istituzioni ci chiedono di essere con noi nella difficile battaglia per il riconoscimento professionale e l’attuazione della legge 150.
Crediamo, e con noi migliaia di colleghi e di neo laureati in scienze
della comunicazione, che queste siano le vere trincee in cui si combatterà la battaglia decisiva tra il passato e il futuro. Crediamo che in questa battaglia il ruolo di chi studia la comunicazione sarà importantissimo a condizione che sappia intrecciarsi, con intelligenza e coerenza, con le conoscenze e le speranze ormai ventennali del movimento dei comunicatori pubblici.
Al di fuori di tutto ciò restano solo nugoli di parole forse ben dette e ben costruite ma inutili o peggio fuorvianti.
La comunicazione e i comunicatori pubblici
di tutto hanno bisogno tranne che di partecipare al solito spettacolo in cui si racconta il meraviglioso mondo della comunicazione e, contemporaneamente, si tagliano gli investimenti, si riducono le risorse umane, si sciolgono uffici e strutture.
Pifferai magici e apprendisti stregoni sono avvisati.
Alessandro Rovinetti, segretario generale di “Comunicazione Pubblica”
Una associazione responsabile e indipendente
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