All'ufficio legale può accedere solo chi ha competenze in diritto. Allo stesso modo, nell'ufficio comunicazione deve poter essere inserito solo personale che ha seguito un percorso di formazione specifico. È questa una delle considerazioni emerse nell'incontro che si è tenuto nei giorni scorsi all'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle P.A., con Elvira Gentile. Per "Comunicazione Pubblica" erano presenti il segretario generale Marco Magheri e il consigliere nazionale Claudio Trementozzi.
"È fondamentale – ha sottolineato il dirigente dell'Agenzia – non frammentare la figura del comunicatore creandone nuove, non previste. Anzi la tendenza, in ogni ambito della P.A., è oggi quella di accorpare i diversi profili". Un punto che permette di chiarire in che direzione può andare qualsiasi proposta di modifica della Legge 150/2000.
"Compubblica" – ha detto il segretario generale Marco Magheri – in ogni occasione, presentando anche un documento al ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, ha ribadito che vi sono una serie di punti fermi dai quali non si può prescindere. Formazione, esperienza, innovazione, senso dello Stato sono il DNA dei comunicatori pubblici. La nostra funzione come professionisti è di fare in modo che ogni persona possa esercitare i propri diritti in maniera semplice, efficace, inclusiva affinché nessuno resti indietro. Un cittadino o un'impresa soddisfatti del proprio rapporto con le Istituzioni svela il nostro profilo migliore".
Qualunque modifica normativa deve quindi tenere conto dei risultati raggiunti e dell'inquadramento, già ottenuto grazie all'impegno di "Compubblica", della figura del comunicatore pubblico. Tanto che già oggi il profilo può essere previsto nell'organizzazione di qualsiasi Pubblica Amministrazione.
"Il punto di partenza – ha evidenziato Claudio Trementozzi – sul quale, come Associazione, siamo impegnati e stiamo lavorando anche con il nuovo Comitato scientifico è la formazione. Non si può pensare che all'ufficio comunicazione possa arrivare chiunque, senza uno specifico percorso formativo. Le conoscenze devono essere sempre più multidisciplinari e su questo c'è un impegno specifico del mondo accademico, ma non si può pensare di frammentare le competenze del comunicatore pubblico, tanto meno partendo dalla fine, cioè dagli strumenti utilizzati".
"Sono in corso le Commissioni per l'ordinamento professionale – ha puntualizzato Elvira Gentile – e nei prossimi mesi, dopo aver ascoltato e raccolto tutte le proposte, si farà necessariamente una sintesi. Rimane un punto fermo: la modalità di accesso, che sarà sempre per concorso. Un principio di garanzia sia per il dipendente pubblico sia per i cittadini".
In autunno, proseguirà il confronto di "Comunicazione Pubblica" con Aran. Perché attualmente la nostra Associazione è l'unica in Italia a poter rilasciare, per legge, l'attestazione di comunicatore pubblico, per consentire agli Enti pubblici di inquadrare nel proprio organico un profilo già previsto anche dal Contratto nazionale del pubblico impiego.