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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Scambio di vedute tra Antonello Soro, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali e il suo omologo Raffaele Cantone dell'Autorità nazionale anticorruzione, che nei giorni scorsi ha inviato una serie di lettere evidenziando una divergenza di vedute sui contenuti delle Linee guida emanate dal Garante in merito al d.lgs 33/2013, sulla trasparenza nella P.A..

Il neo presidente dell'Anac ha sottolineato che le “pur pregevoli Linee guida presentano “non pochi profili di criticità rispetto sia alla ratio che alla lettera delle norme vigenti in materia di trasparenza”. “Ulteriori limitazioni – prosegue Cantone – rischierebbero di frustrare in modo significativo e rilevante gli obiettivi di trasparenza e la connessa necessità di diffusione degli open data nelle pubbliche amministrazioni”, che viene considerata “una tra le sfide più importanti per il cambiamento del nostro Paese”.
Per questo il presidente dell'Anac ha chiesto di soprassedere all'immediata approvazione delle “Linee”, pubblicate al n. 243 del Registro dei provvedimenti del Garante il 15 maggio (anche se ancora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) e rese note sul sito istituzionale dell'Autorità il 28 maggio scorso.
Si tratta di una sorta di “libro bianco”, che l'avv. Rosario Imperiali aveva già anticipato nel convegno “Trasparenza, comunicazione, organizzazione, d.lgs 33/2013” organizzato dall'Associazione Compubblica il 27 novembre scorso a Roma presso la sala conferenze del Garante della privacy.

Il presidente Anac in una lettera del 14 maggio ha voluto anche richiamare la recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea contro Google. Infatti, il collegio presieduto da Antonello Soro ritiene si debbano limitare le indicizzazioni di dati se non “tassativamente individuati dalle norme in materia di trasparenza”. Mentre Raffaele Cantone scrive: “Concordo pienamente con lo spirito delle linee guida predisposte dal suo ufficio che una durate sine die della pubblicazione, sia pure motivata dall'interesse pubblico, possa essere non proporzionata rispetto alla salvaguardia di importanti diritti della persona”. Però, precisa che su questo aspetto occorrerebbe un “nuovo intervento normativo, anche da promuovere congiuntamente”.

Approfondiremo il tema nelle prossime settimane, invitando fin d'ora gli associati a fornire spunti per alimentare un dibattito sul quale intendiamo organizzare presto alcune giornate di studio.

Claudio Trementozzi