In seguito alla sentenza del 13 maggio, dunque, chiunque può chiedere di togliere un contenuto che lo riguardi al gestore di un motore di ricerca, il quale ha l'obbligo di eliminare le pagine dai risultati.
La sentenza europea prosegue nella direzione intrapresa dal cosiddetto "diritto all'oblio" previsto dalla norma sulla trasparenza Dlgs 33/2013, che è il diritto dell'utente a essere dimenticato in relazione a dati pregiudizievoli, non pertinenti, non necessari o non collegati con fatti di cronaca, vale a dire il diritto a poter cancellare completamente i propri dati personali, spesso dallo stesso inseriti, nei motori di ricerca e nei social network.
C.T.