La causa principale del rallentamento dell'azione amministrativa, così dice il 67,2% del campione (1.700 persone, per l'80% dipendenti pubblici), è l'eccessiva produzione di norme che si sovrappongono e generano confusione e disorientamento, tanto che, per chi lavora nella P.A., è difficile comprendere il senso strategico del proprio lavoro (45,3%).
Questa criticità ha due facce. La prima è di tipo personale: i lavoratori si sentono demotivati. La seconda è di tipo organizzativo: alcuni processi sono diventati più complessi e lenti, come le procedure di acquisto, le misure anticorruzione, la formalizzazione di incarichi e contratti.
L'elemento positivo è un uso maggiore delle tecnologie per accelerare i processi/servizi (solo 21 su 100 rispondono di usare "raramente" o "mai" le tecnologie per accelerare i processi); tuttavia persiste la resistenza di alcuni colleghi (anche di altre Amministrazioni) a utilizzare i documenti digitali (accade "spesso" per il 49,3% del campione e "sempre" per l'11,6%). Gli stessi cittadini sfruttano poco le interfacce web con la P.A. e preferiscono recarsi allo sportello (63%).
I dipendenti pubblici hanno però le idee chiare su come uscire da questo stallo: scelta di dirigenti capaci basata sul merito e non sulla politica (lo dice il 50,7% del campione), meno norme (43,5%), più digitalizzazione (41,9%). La P.A. cento per cento paperless è forse un sogno (non accadrà nemmeno nel 2030, secondo il 45,3% dei rispondenti); però l'81,8% pensa che nel 2030 finalmente non dovrà ridare alle Amministrazioni pubbliche i propri dati mille volte e il 77% è convinto che potrà gestire tutte le comunicazioni con le P.A. da un unico punto di accesso.
da CorComDaily per FPA