La pubblicazione on-line delle circa 250.000 consulenze erogate nel corso del 2006 dalla Pubblica Amministrazione centrale e locale si presta a qualche necessaria riflessione.
Intanto, come da tempo sosteniamo, che non è in discussione il principio della consulenza né quello dei consulenti. Entrambi occorrono e, anzi, sono indispensabili non solo perché l'autarchia culturale e professionale è l'anticamera della peggior autoreferenzialità ma perché innovazione e cambiamento debbono poggiare su basi scientifiche e tecniche solide e ampie non essendo da sole sufficienti l'intuizione e la voglia di fare di tanti colleghi. Quindi ben vengano i contributi esterni purchè di alta qualità e di livello specialistico.
Scorrendo il lungo elenco non sempre si ha questa impressione. Pur tralasciando le consulenze più giornalisticamente "spendibili" (corsi di ginnastica dolce, realizzazione di presepi) in molti casi resta forte il dubbio che non si sia cercato di più e meglio tra i quasi quattro milioni di dipendenti pubblici. Davvero non esistevano professionalità interne capaci di misurarsi con la gestione del protocollo elettronico o le campagne di informazione?
Quindi la critica va fatta non alle consulenze ma all'uso, spesso eccessivo e improprio, di questo strumento. Uno strumento che, non dimentichiamolo, ha stratificazioni lontane e che ha attraversato molti decenni e interessato moltissimi governi.
Oggi però alla Pubblica Amministrazione servono consulenti che siano anche capaci di valorizzare quelle esperienze e quelle competenze a cui vanno a fornire prospettive più ampie.
In questo modo il licenziamento dei "fannulloni" cessa di essere una minaccia ma diventa la logica conseguenza di un metodo che intrecciando organizzazioni rinnovate, formazione permanente e consulenti di qualità prefigura quella Pubblica Amministrazione che tutti auspicano.
I comunicatori pubblici seguiranno con grande attenzione il lavoro del ministro Renato Brunetta che sembra voler far andare alla stessa velocità le parole e i fatti.
Se ci sarà coerenza in questa strategia per tanti aspetti inusuale, saremo ben lieti di confrontarci con una controparte capace di interpretare il reciproco bisogno di innovazione e di cambiamento.
Consulenze: sprechi e valori
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