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"VeryBello" è "very" comunicazione?

L’Italia, non c’è dubbio, è il bel paese per antonomasia. Ce lo ricordano anche Dante e Petrarca. E il concetto di “bellezza” non poteva mancare in Expo 2015. Peccato, però, che ancora una volta sia stato preferito l’itangliano (come scriveva Primo Levi nel 1977) alla ricchezza, anche internazionale, della nostra lingua.

Nei giorni scori, i ministri Dario Franceschini e Maurizio Martina, insieme al commissario di Expo Giuseppe Sala, hanno presentato il portale “VeryBello!”, dedicato a “tutta la ricchezza dell’offerta culturale italiana da maggio a ottobre”.
Da comunicatori pubblici notiamo che anche in questa occasione, seppure le intenzioni e gli obiettivi siano sicuramente lodevoli e molti contenuti utili, sono stati sottovalutati alcuni aspetti.  Elementi che un esperto in comunicazione pubblica non avrebbe mai trascurato.
Primo fra tutti il nome “VeryBello!”, che ha inevitabilmente suscitato una pletora di ironie. A noi basta qui ricordare cosa scrisse il DailyTelegraph il 9 settembre del 2008: gli italiani cospargono le loro conversazioni di termini inglesi, alcuni dei quali comicamente storpiati e dal suono fantasioso per un qualsiasi parlante madrelingua inglese.
Il secondo riguarda il rispetto del diritto d’autore. Infatti, affermare che le immagini sono recuperate da fonti libere non è chiaramente sufficiente, come ben ricordano tutti i motori di ricerca. Alcuni di questi si sono anche organizzati, tanto che oggi si possono trovare in rete delle foto di libero utilizzo.
Il terzo aspetto riguarda proprio la comunicazione. Noi sappiamo molto bene che se si vuole coinvolgere il maggior numero di persone, attivando con loro una relazione costante e non solo dettata dalla curiosità iniziale e quindi un dialogo, occorre promuovere la partecipazione attiva. Invece il progetto, nonostante i colleghi del ministro Franceschini ci avessero abituato al coinvolgimento dei cittadini su molti temi affrontati dal Governo Renzi, è stato calato dall’alto e purtroppo non è ancora completo. Infatti i contenuti sono spesso ripetitivi: ciò che viene scritto nella schermata iniziale di ogni iniziativa si ritrova nelle sottopagine che dovrebbero essere di approfondimento.
Un quarto aspetto riguarda l’integrazione dei mezzi comunicativi. Mettere a disposizione diverse fonti, difficilmente aggiornabili simultaneamente, rischia di creare confusione o di canalizzare il pubblico su eventi che, grazie agli sponsor, avranno già un’enorme visibilità su ogni organo informativo.
Però il progetto “Viaggia nella bellezza” contiene in sé molti contenuti di pregio. Primo fra tutti la passione per i beni e le attività culturali del nostro “belpaese”, quello “Ch’Appennin parte, e ’l mar circonda e l’Alpe”.
Claudio Trementozzi