Intendiamoci subito.
Qui non si tratta di difendere o criticare il governo né di assumere posizioni che spesso sanno di demagogia e conformismo. Non ritengo neppure che la manovra economica non dovesse essere fatta.
Mi riconosco in quel 70% di italiani che hanno dichiarato all’Osservatorio di Renato Mannheimer di ritenere “molto” o quanto meno “abbastanza” necessaria la manovra in questione. Caso mai potrei avere idee diverse sul fatto che una crisi che non c’era si sia dovuto affrontarla in un modo così frettoloso.
Dunque, nessuna polemica politica e nessun giudizio sul merito di un provvedimento che ricade, ovviamente, sotto la responsabilità del governo. Ma questa volta tacere e continuare a dissertare su norme e strutture che sul tavolo delle riforme appaiono e scompaiono con identica rapidità, mi sembrerebbe offendere i miei lettori anche prima che la mia coerenza.
Mi riferisco, in particolare, all’annuncio del ministro Tremonti circa la realizzazione di zone a “burocrazia zero” che partiranno dal Mezzogiorno. Una terra a cui evidentemente nulla viene risparmiato.
Si tratta, secondo un virgolettato apparso sui principali quotidiani nazionali, di “aree in cui ci sarà un singolo responsabile di governo per la tutta la burocrazia. Un responsabile che sarà il prefetto che ti da, in tempo reale, tutte le licenze senza andare da uno sportello all’altro” (‘Il Corriere della Sera’, pag. 4 del 30 maggio 2010).
Lo avessimo saputo prima che era tutto così banalmente semplice. Prima che studiosi e docenti trascorressero anni e anni sulle sudate carte delle riforme. Prima che si costruissero gli URP, le Reti civiche, gli Sportelli per le imprese. Prima della modernizzazione e del cambiamento, della customer e del marketing, delle leggi di semplificazione e della comunicazione, delle Carte dei servizi e dell’autocertificazione. Prima di quel variopinto circo sempre in movimento fatto di telefoni amici, di convegni, di osservatori, di gruppi di lavoro, di commissioni, di consulenti, di esperti, di premi e rassegne varie, di supermercati della Pubblica Amministrazione e di benessere degli uffici.
Sta dunque per sorgere un’alba radiosa dove un “solo uomo al comando”, abbatterà lacci e laccioli che soffocano il sistema pubblico? Già qualche segnale lo avevamo intuito vedendo pubblicizzare una rassegna dedicata alla Pubblica Amministrazione con la fantasiosa immagine di Superman. In attesa delle immancabili norme esplicative, delle circolari attuative, delle procedure di ricorso e via semplificando, godiamoci intanto questo momento di estasi perfetta. Se poi le cronache locali ci ricordano che alle Poste si continua a pagare la vecchia imposta per il rilascio del passaporto, alla faccia della nuova legge sulla semplificazione del ministro Calderoli, non cediamo al solito pessimismo.
In fondo la parola d’ordine del nostro tempo non è “fateci sognare”?
E allora, dove sta il problema?
Alessandro Rovinetti, segretario generale dell'Associazione "Comunicazione Pubblica"
Dire, Fare o Mistificare?
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