Back to top
Associazione Comunicazione Pubblica
Chi siamo
Contattaci
Lunedì della 9:30 alle 15:30
dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 14:30.
Via Marsala 8 - 20121 Milano
info@compubblica.it
02 67100712
345 6565748
Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

La Commissione europea ha pubblicato i risultati dell'edizione 2021 dell'Indice di Digitalizzazione dell'Economia e della Società (DESI), che traccia i progressi compiuti negli Stati membri dell'UE in materia di competitività digitale nei settori del capitale umano, della connettività a banda larga, dell'integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e dei servizi pubblici digitali.

Le relazioni DESI 2021 presentano principalmente i dati del primo o del secondo trimestre del 2020 e forniscono alcune indicazioni sui principali sviluppi dell'economia e della società digitali durante il primo anno della pandemia di COVID-19.

Per quanto riguarda le competenze digitali il 56% delle persone nell'UE possiede almeno competenze digitali di base. I dati mostrano un leggero aumento dell'impiego di specialisti TIC: nel 2020 erano 8,4 milioni gli specialisti TIC che lavoravano nell'UE, rispetto ai 7,8 milioni dell'anno precedente. Poiché il 55% delle imprese ha segnalato difficoltà nell'assumere specialisti TIC nel 2020, tale la mancanza di dipendenti con competenze digitali avanzate è uno dei fattori che ha determinato una trasformazione digitale delle imprese più lenta in molti Stati membri.

I dati sulla connettività mostrano un miglioramento per quanto riguarda soprattutto le "reti ad altissima capacità" (VHCN), che sono ora disponibili per il 59% delle famiglie dell'UE. Si tratta di un dato in crescita rispetto al 50% di un anno fa, ma siamo ancora lontani dalla copertura universale delle reti Gigabit (obiettivo del decennio digitale per il 2030).

Per quanto riguarda l'integrazione delle tecnologie digitali, si è registrato un forte aumento dell'utilizzo delle tecnologie cloud (dal 16% delle imprese nel 2018 al 26% nel 2020). Le grandi imprese continuano a svolgere un ruolo guida nell'uso delle tecnologie digitali: rispetto alle PMI utilizzano molto di più, ad esempio, la condivisione elettronica delle informazioni attraverso sistemi di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e il software cloud (l'80% delle grandi imprese contro il 35% delle PMI per l'ERP e il 48% delle grandi imprese contro il 25% delle PMI per il cloud). Tuttavia solo una minima parte delle imprese utilizza tecnologie digitali avanzate (il 14% utilizza i big data, il 25% utilizza l'IA e il 26% utilizza il cloud). Questi dati indicano che l'attuale stato di adozione delle tecnologie digitali è lontano dagli obiettivi del decennio digitale. L'ambizione dell'UE per il 2030 è che il 90% delle PMI abbia almeno un livello di base di intensità digitale rispetto all'obiettivo di riferimento del 60% entro il 2020 e che almeno il 75% delle imprese utilizzi tecnologie digitali avanzate entro il 2030. 

Nei dati sui servizi pubblici digitali non figurano ancora miglioramenti significativi dei servizi di e-government. Durante il primo anno della pandemia diversi Stati membri hanno creato o potenziato piattaforme digitali per fornire un maggior numero di servizi online. Il 37% degli investimenti nel digitale dei piani per la ripresa e la resilienza adottati dal Consiglio (circa 43 miliardi di € su un totale di 117 miliardi di €) è destinato ai servizi pubblici digitali, per cui si prevedono miglioramenti significativi nei prossimi anni.

https://ec.europa.eu/