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I consumi culturali durante il lockdown

I consumi culturali degli italiani nel periodo di lockdown sono stati oggetto di un'indagine di Impresa Cultura Italia-Confcommercio in collaborazione con Swg, che ha analizzato la "cultura digitale degli italiani" durante il confinamento.

Con cinema e teatri chiusi e nessun spettacolo o concerto dal vivo sono aumentate gli utilizzi del web e di servizi culturali digitali.

Durante il lockdown c'è stata una forte crescita dei consumi televisivi, +47%; della lettura di libri, +14%; dell’ascolto di musica, +7%. Sono diminuite la lettura di fumetti, -27%); riviste, -10%; l'ascolto della radio, -6%.

La richiesta televisiva è stata per i canali tradizionali, il digitale e le altre offerte disponibili. Chi ha aumentato 'più di prima' e 'molto più di prima' la fruizione ha utilizzato piattaforme web in abbonamento con visione in streaming come Netflix e Disney plus (il 34% degli intervistati) e, più in generale, i canali a pagamento (il 20%). In salita anche la richiesta di contenuti televisivi tramite canali web (YouTube +28%) e delle piattaforme web gratuite (RayPlay +28%).

Altre indicazioni ricavate dall'indagine: "Lo switch verso il digitale è stato particolarmente forte per quotidiani, riviste e fumetti. Durante il lockdown un lettore su sei ha dichiarato di avere abbandonato la versione cartacea in favore di quella digitale. Regge, invece, la lettura tradizionale dei libri sebbene, anche in questo caso, l'8% dei lettori sia passato in questi mesi all'e-book".

Non hanno, invece, avuto successo gli spettacoli dal vivo in digitale, che sono stati seguiti soprattutto da chi già in precedenza seguiva le performances soprattutto perché gratuite.

Per le visite virtuali e musei e visite archeologiche bassa adesione. Solo il 4% degli intervistati ha usufruito di questa possibilità, mentre la maggior parte, il 79%, non ha utilizzato l'opportunità offerta. Il 28% ha detto che non ne era a conoscenza, il 51% per libera scelta e il 17% dice di aver guardato qualcosa ma senza prestare troppa attenzione".

Nelle conclusioni, l'indagine significa che "Lo stress psicologico associato ai mesi di lockdown e l'elevato consumo di prodotti e servizi culturali in ambito informativo e formativo  hanno modificato in profondità lo schema dei bisogni individuali in campo culturale. Cresce molto l'aspettativa legata al divertimento (+15 punti percentuali rispetto a dicembre 2019), al relax (+14 punti), fare qualcosa di diverso e di uscire dalla routine".

Fonte: Impresa Cultura Italia-Confcommercio 2020 e Swg



Fig. 5 – Le visite virtuali a musei e siti archeologici

I consumi culturali durante il lockdown

Fonte: Indagine Impresa Cultura Italia-Confcommercio e Swg