L'obiettivo è quello di contrastare l’istigazione all'odio basato su etnia, sesso, religione o nazionalità nei servizi media audiovisivi. Si punta ad elaborare regole volte "a prevenire e combattere fenomeni di discriminazione, spesso alimentati da strategie di disinformazione, in contrasto con i principi fondamentali di tutela della persona e del rispetto della dignità umana, in particolare allorquando alimentato da notizie inesatte, tendenziose o non veritiere".
Già in gennaio di quest'anno l'Autorità, con delibera n.25/19, aveva ripreso il discorso sulle espressioni d'odio che si pongono in contrasto con i principi fondamentali di tutela della persona e del rispetto della dignità umana, oltre che del principio di non discriminazione.
Lo Schema di regolamento prevede che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video trasmettano all'Autorità un report trimestrale sul monitoraggio effettuato per l'individuazione dei contenuti di odio on line, con l'indicazione delle modalità operative e dei sistemi di verifica utilizzati.
Le nuove regole saranno sottoposte con una procedura di trenta giorni a consultazione pubblica e riguarderanno i programmi di informazione e quelli di intrattenimento ma, soprattutto, le piattaforme on line sempre più propagatori di fenomeni di odio
Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Ocse i crimini generati dall'odio sui diversi media sono quasi raddoppiati nell'arco di un triennio (2013 – 2016).