Presentato per la prima volta il 20 agosto 2013, il DDL "Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni" è stato approvato dal Senato e arriverà in terza lettura alla Camera entro il 7 aprile. Tra le novità vi è la definizione delle Città metropolitane, ma anche un nuovo tentativo di accorpare i Comuni.
Da comunicatori pubblici abbiamo provato a individuare quali elementi ci riguardano direttamente.
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La parola comunicazione compare tre volte, una in riferimento alle reti e due ai rapporti tra il sindaco metropolitano o il presidente della Provincia e i rispettivi Consigli.
Però, fin dall'art. 1 c. 2 leggiamo che la Città metropolitana cura le relazioni istituzionali, "comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee" (prima era un più generico "livello europeo").
All'art. 17 c. 2 lett. b), riferito al "Riordino delle funzioni delle Province", si ritorna sulle relazioni istituzionali come attività strategica di comunicazione. Viene, infatti, considerata una "funzione fondamentale". La norma che ha ricevuto il via libera del Senato è però transitoria (anche se in Italia siamo abituati al fatto che il provvisorio può durare decenni) e si propone di ridisegnare i compiti delle Province, i cui organismi rappresentativi non saranno più eletti dai cittadini. Alcune delle loro funzioni saranno trasferite a Comuni e Regioni. L'effetto immediato, se il provvedimento diventerà definitivo, è che i cittadini non saranno chiamati alle urne con le prossime elezioni di maggio, perché ci sarà una proroga delle Amministrazioni provinciali fino al 31 dicembre 2014. Infatti, le Città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) entreranno a pieno regime entro l'1 gennaio 2015.
Quanto votato nei giorni scorsi è in realtà un maxiemendamento, concordato e votato nella Commissione Affari costituzionali, a quello che giornalisticamente viene definito il "DDL Delrio", dal nome dell'ex ministro per gli Affari regionali e le autonomie nel governo Letta, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio.
Claudio Trementozzi